La guerra alimenta diaboliche irrealtà
venerdì 1 aprile 2022
Èpiuttosto chiaro, mi sembra, che il lato peggiore di questa guerra in corso (di questa, anche più che di altre) consiste nella sua diabolica assurdità, nel fatto che le presunte “ragioni” da cui è nata sono oscure, incomprensibili, astratte. Che cos'è se non un'astrazione il fatto che proprio la sovranità dell'Ucraina al confine con la Russia sarebbe di per sé una minaccia per la sicurezza di quest'ultima? L'assurda, incomprensibile, diabolica astrattezza di questa guerra consiste nell'esercizio bellico di un potere in sé privo di contenuto, che la Russia di Putin, ideologicamente manipolata, ha sentito il bisogno di mettere in scena. È infatti la pura, criminale “teatralità politica” lo scopo di questa guerra. Come se per sventare una possibile e solo lontanamente ipotetica guerra futura ai danni della Russia fosse necessario anticipare immediatamente quella guerra. Se vuoi la pace, preparati alla guerra, dicevano i Romani. Ma in questo caso non ci si è limitati alla preparazione, si è passati subito all'iniziativa bellica. Le dittature hanno bisogno di nutrirsi di miti ossessivi per compensare le loro impotenze e i loro fallimenti sociali. Ma una volta che i colpi di cannone vengono sparati e i missili vengono lanciati contro le città e la popolazione civile, da quel momento la guerra esiste, non riesce a fermarsi, nessuna delle due parti vuole essere o sembrare sconfitta. Il che significa che si crea una folle sproporzione fra la quantità dei morti, le distruzioni e l'inconsistenza degli scopi. Una volta che una guerra è iniziata non c'è più né realismo né ragionevolezza né senso della misura. Le distruzioni non hanno limiti. In un saggio del 1937 intitolato Non ricominciamo la guerra di Troia Simone Weil scriveva che «i conflitti più minacciosi presentano un carattere comune, che ne costituisce la vera pericolosità: sono privi di un obiettivo definibile». E poi: «Non c'è oggi sintomo più angosciante del carattere irreale della maggioranza dei conflitti emergenti». Fu così nel corso del Novecento, dalle due guerre mondiali a una guerra in Vietnam durata un ventennio. Se non riusciremo a liberarci da quelle diaboliche irrealtà che si autoalimentano nella distruzione, il mondo non avrà tregua né scampo.
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