La forza giovane del biologico
domenica 6 marzo 2022
Sempre più “biologica” e sempre più “digitale”. Nonostante i problemi che la stringono da ogni parte, l'agricoltura italiana pare continui a guardare avanti. Certo, caro-bollette, difficoltà per le materie prime, siccità e, non ultimo, il conflitto Russia-Ucraina, condizionano in negativo le possibilità di sviluppo. I segnali sull'andamento del settore tuttavia sono complessi e contrastanti: da una parte il Pil agricolo del 2021 ha iniziato a dare segni di cedimento, dall'altra le esportazioni hanno sfondato il tetto dei 50 miliardi. Poi ci sono le situazioni particolari, che vale la pena rilevare.
È il caso, per esempio, del traguardo da primato raggiunto sempre nel 2021 dal mercato dei prodotti biologici: 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export. Un mercato che non sempre appare essere stato limpido, ma che pare rappresentare sempre di più una delle prospettive più importanti per l'intera filiera. Per questo la definitiva approvazione della nuova legge che regola il comparto – al di là delle polemiche sulla parte che riguardava il biodinamico, poi saltata con gli emendamenti – è stata salutata pressoché da tutti, principalmente dai coltivatori diretti, in modo positivo. Tra i capisaldi del provvedimento aprrovato ci sono una migliore informazione, un sistema di controlli più robusto, la stringente garanzia sulle tecniche adottate.
Passaggi doverosi per un'agricoltura che in dieci anni ha visto più che raddoppiare le vendite. E che fanno del miglior uso delle nuove tecnologie uno degli strumenti principali di informazione e controllo. In linea, d'altra parte, con quanto sta accadendo per l'intera produzione agroalimentare. Con i giovani in prima fila, la cui presenza si diffonde e segna il cambiamento. Anche se molto c'è ancora da fare. Stando ad una indagine dall'Osservatorio Giovani Agricoltori (istituito dal gruppo Edagricole con Nomisma e Bayer), presentata nel corso della Fieragricola di Verona 2022 che si è appena conclusa, questo pilastro dell'agricoltura italiana è «ancora un po' troppo esile», con appena 53.322 imprese condotte da imprenditori sotto i 35 anni su 700.869 imprese attive in Italia (pari al 7,6%). Ma si tratta comunque di aziende di alto livello nelle quali risalta il profilo di una «nuova generazione di imprenditori agricoli italiani competenti, interconnessi e aperti all'innovazione, con il 78% che utilizza già una o più soluzioni di agricoltura digitale per migliorare la sostenibilità, la gestione aziendale e per valorizzare la qualità delle produzioni». La crescita di questa quota di imprenditori è davvero la sfida che l'agricoltura italiana deve affrontare: essere sempre più giovane senza dimenticare il patrimonio che il passato ha consegnato all'oggi.
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