giovedì 8 ottobre 2015

Gli studiosi preferiscono tradurre gomena, cioè un cavo per l’ormeggio delle imbarcazioni, quel cammello che secondo Gesù potrebbe facilmente passare per la cruna di un ago. Gomena o cammello resta il fatto che, per chi è ricco, entrare nel regno dei cieli sembra impresa disperata. Siamo ormai quasi unanimemente indotti a leggere questa parabola da un punto di vista economico-sociale, vedendo sempre nei ricchi il prototipo degli avari e nei poveri quello degli umili. La vita e l’esperienza ci insegnano però cose diverse: capita spesso di trovare indigenti pretenziosi e arroganti e benestanti capaci di condivisione e di larghezza d’animo.
 Cristo è nemico degli stereotipi e la ricchezza di cui egli parla è quella dell’egoismo, vizio che abbraccia indistintamente tutti, ricchi e poveri. Vladimir Kush ha dedicato al paragone di Gesù un dipinto particolare. Come una scultura di Henry Moore, la cruna enorme di un ago sta al centro della scena. Se la cruna è tenuta in saldo da una serie di paletti di legno, i quali altro non sono che croci, la punta dell’ago sporge pericolosamente nel vuoto andando però a indicare il cielo. A strattonare non un solo cammello, ma un’intera carovana (ideale “filo animale” che ha da passare nella cruna), c’è un beduino. Curiosamente, nonostante Dio abbia agevolato il passaggio offrendo una grossissima cruna, l’animale sembra non voler saperne di entrare e, con lui, tutti gli altri. Dietro l’apparente povertà del beduino c’è, evidentemente, una ricchezza egoistica che impedisce al perspicace cammello di transitare dentro la cruna. Oltre al filo disegnato dalla carovana, c’è un altro filo, c’informa l’artista, è quello del fiume placido che scorre tra le case. Là c’è la vita concreta, lontana da lotte di armi e petrolio, lontana da fondamentalismi arroganti, là c’è la vita laboriosa e quieta di chi confida nella provvidenza.
Quel filo argenteo disegna l’esperienza dell’uomo che si contenta di ciò che offre il quotidiano, senza accumulare ricchezze indebite (come il beduino) a danno di altri (come le croci che reggono l’ago). La geografia sottolinea la differenza: quand’anche i cammelli passassero dalla cruna, li attenderebbe un sentiero ripido e un baratro, mentre le case e il fiume riposano tranquillamente sul fondo valle. Il sole sorge all’orizzonte sui due scenari, ed è come lo sguardo divino che vigila sulla verità. Kush, insomma, ci spinge a non dar retta ad apparenze e luoghi comuni, ma a badar bene alla realtà, comprendere quale sentiero percorrere, e guadagnare il Cielo indicato dallo scultoreo ago della scena.

Anche alcuni artisti miniaturisti si sono cimentati nell’impresa di rendere visibile il paradosso evangelico del cammello che passa per la cruna dell’ago. Sono scultori che lavorano senza scalpello e gesso, ma col bisturi e potenti microscopi. È il caso di Willard Wigan, scultore inglese premiato anche da Sua Altezza Reale il Principe di Galles per la sua arte. Wigan non ha ingrandito la cruna, ma ha misericordiosamente rimpicciolito i cammelli, ne ha fatti entrare nove in una vera cruna di ago. L’opera, infatti, misura soltanto 0,005 mm e chiede decisamente buon occhio per essere vista. Il pregio delle nano sculture di Willar Wigan, oltre ad essere l’oggettiva difficoltà di esecuzione, è quello di insegnare all’uomo ad apprezzare ciò che è piccolo e guardare con creatività gli oggetti quotidiani. Così anch’egli, con il suo minuscolo ago e i nove cammelli, ci conduce a vedere meglio e più in profondità, quelle realtà che rischiamo di dare per scontate o di non vedere, ma che miracolosamente accadono. Come, appunto, il ricco - povero in spirito - che passa nella cruna dell’ago. ImmaginiVladimir Kush "Eye of the needly" 2012 Glicee su tela 78 x 99 cm Jacob Art Gallery, Oakville, Ontario Willard Wigan "Nine Camel in the eye of the needly", 2010, Microscultura tecnica mista, mm 0,005 Collezione Privata
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