sabato 17 dicembre 2005
La cosa più bella è l'universo perché è opera di Dio. La cosa più grande è lo spazio perché abbraccia tutto. La cosa più forte è il destino perché domina tutto. La cosa più saggia è il tempo, perché tutto ricorda e svela. La cosa più difficile è conoscere se stessi. La cosa più facile è dar consigli agli altri. La tradizione l'ha esaltato come "il più saggio dei sette sapienti" dell'antichità greca: è il filosofo di Mileto Talete (VII-VI sec. a.C.) a cui sono stati attribuiti detti, intuizioni, ricerche filosofiche e
scoperte scientifiche. Abbiamo sopra evocato una di queste sue sentenze e dobbiamo riconoscere che essa ha una sua forza. Lasciamo ai nostri lettori di seguire le varie dichiarazioni con la loro verità. Noi ci fermeremo sulle ultime due. La prima è cara alla cultura greca e riguarda quel «conoscere se stessi» che era anche l'imperativo iscritto sul frontone del tempio di Delfi. È, questo, un esercizio sempre arduo perché è più spontaneo viaggiare coi sensi fuori di noi che rientrare in noi stessi. Anche perché si potrebbero fare brutte scoperte, trovando dentro il nostro cuore passioni tenebrose e nella nostra coscienza scelte e vizi vergognosi. Proprio perché si ha questo pudore di scoprire la propria anima, si è senza imbarazzo nel giudicare e nel dare consigli agli altri. È l'altra annotazione di Talete che con sarcasmo sottolinea la generosità e la facilità nel consigliare gli altri, atto condotto non di rado con la presunzione di essere migliori e superiori. Il famoso scrittore moralista del '600 La Rochefoucauld ironizzava: «Niente si regala così generosamente come i consigli. I vecchi soprattutto si compiacciono di dare buoni consigli, per consolarsi di non poter dare più cattivi esempi».
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