L'eccellenza zootecnica nazionale va in fiera a Cremona
domenica 23 ottobre 2016
Le esportazioni suinicole in Cina arriveranno a 50 milioni di euro, il solo fatturato del comparto mangimistico nazionale vale sei miliardi, quello delle macchine per la zootecnica arriva ad oltre 13. Numeri inaspettati, che fanno pensare. Soprattutto numeri che fanno capire subito quanto ampio sia il peso economico non di tutta l'agricoltura nazionale (che le cifre sarebbero ancora più alte), ma solamente di una parte d'eccellenza di questa. La zootecnia nella pianura Padana impersonifica l'agricoltura e produce ricchezza. Di questo, così come anche dei problemi che comunque rimangono da risolvere, si parlerà la prossima settimana nel corso dell'edizione 2016 delle Fiere Internazionali Zootecniche di Cremona: un appuntamento che ormai si ripete da oltre 70 anni e che rappresenta l'occasione per un esame approfondito del comparto.Problemi, dunque, ma anche obiettivamente una situazione da fare invidia al resto dell'economia. Perché è indubbio che l'agricoltura italiana si stia comportando bene. L'occupazione è in crescita (+1,6% nell'ultimo anno), l'export in termini generali ha raggiunto i 36,9 miliardi di euro. In questo ambito la zootecnia gioca una parte importante. Certo, i cosiddetti rapporti di filiera (cioè della catena che porta il prodotto dalle stalle alle tavole), continuano ad essere difficili e periodicamente sfiorano la rissa con tanto di proteste di piazza e pugni sbattuti sui tavoli dei negoziati. Non si tratta solo di prezzo del latte, ma anche di origine della materia prima e di etichettatura. Ma è indubbio che proprio la zootecnica rappresenti uno dei tesori dell'agroalimentare italiano. Una preziosità nata e cresciuta con il contributo di tutti che, alla fine, proprio nei giorni delle manifestazioni cremonesi trova una delle sue migliori vetrine. Basta pensare che nel 2015 alle Fiere hanno partecipato oltre 60mila visitatori di cui circa 4mila dall'estero; mentre quest'anno sono previste 20 delegazioni ufficiali provenienti da 16 Paesi di cinque continenti. E proprio i mercati esteri catturano quest'anno l'attenzione degli operatori visto che la Cina ha appena aperto le sue frontiere ai prodotti suinicoli italiani. Ma, come si è detto, è l'intero sistema produttivo della zootecnica nazionale ad eccellere: dalla produzione di macchinari a quella di mangimi, passando per la trasformazione dei prodotti per arrivare al vasto comparto delle etichette a denominazione di origine protetta.Alta qualità, dunque, ma anche grande capacità produttiva e commerciale. Manca solamente, non sempre ma ancora troppo spesso forse, una reale capacità di arrivare ad accordi di filiera che siano importanti, condivisi e in grado di aggiungere competitività al comparto.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: