martedì 30 maggio 2006
Il nostro destino viaggia su un mare mai attraversato, dove le onde si susseguono in un gioco incessante di rimpiattino. È l'inquieto mare del mutamento. Al centro di questo mare travolgente, tra l'alba e la notte, Amore, tu sei l'isola verdeggiante dove il sole bacia l'ombra vaporosa, dove gli uccelli sono amanti che cantano il silenzio. In un'antologia di poesie d'amore del popolare poeta indiano Tagore, intitolata Hai colorato i miei pensieri e i miei sogni (Salani), trovo questi versi che vorrei dedicare a tutte quelle coppie che si uniscono in matrimonio in questo periodo, tradizionalmente scelto come tempo nuziale, anche per il nesso con la primavera che - come insegna il Cantico dei cantici - è per eccellenza la stagione dell'amore. Nella poesia citata c'è un'immagine che definisce l'amore e l'amato o l'amata: «Tu sei l'isola verdeggiante», posta «al centro del mare travolgente» del destino della vita. È, questo, un mare misterioso che non è possibile attraversare se non una sola volta. È, quindi, colmo di sorprese, di inquietudini, di rischi. Ma, a un certo momento, si ha la fortuna di intravedere un'«isola verdeggiante», il cui nome è Amore. Essa è avvolta in un sole dolce che non elide l'ombra ma la irradia, è una terra in cui il silenzio è canto armonioso. L'amore autentico, che non è solo incontro di corpi, di sensazioni e di interessi, ma è tenerezza e donazione, bellezza e abbandono, fascino e comunione, rivela proprio questa sua mirabile capacità. È un approdo sicuro in mezzo alle turbolenze della vita, è una luce che rischiara le perplessità e le preoccupazioni, è dialogo che conosce parole ma si nutre anche di silenzi. Proprio come fanno due innamorati che si guardano negli occhi.
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