Informazione religiosa e audience: come si possono fare i miracoli
domenica 20 marzo 2016
Mi è rimbalzato su Facebook da più lati, quasi a promuovere una maggiore “presa di coscienza” e la necessità di dare un allarme. Sto parlando di un post di don Antonio Mattatelli, quarantenne parroco potentino che svolge anche il ministero di esorcista, profondamente critico (a partire dall'ultima puntata) su “La strada dei miracoli”, programma televisivo di prima serata (Rete 4) che, Wikipedia dixit, «affronta temi legati a presunti miracoli o guarigioni inspiegabili, luoghi e testimonianze di fede, ma anche fatti di cronaca e attualità dando rilievo all'agenda del Papa e non avendo la fede come un assunto». Don Mattatelli stigmatizza il fatto che tale modello comunicativo si rivolga ai cattolici più legati «ai santuari, alla devozione popolare» ma col «tranello» di esibire anche piccole o grandi distanze dalla «morale sessuale cattolica», nonché sovrapporre temi attinti al paranormale.Ho visto la puntata in questione: in effetti ha toccato, con contorno di opinionisti stabili e d'occasione: santa Rita da Cascia e i suoi miracoli “impossibili” (con un appello tangenziale per la comunione ai divorziati risposati), testimonianze sugli angeli (e un caso di scrittura automatica) e il processo Vatileaks 2 (visto dalla parte dei giornalisti imputati).So che il programma è già stato commentato in diverse occasioni su queste pagine da Andrea Fagioli e ripetutamente analizzato, in particolare dagli ottimi professori di “Tv Talk”. Tuttavia provo a dire la mia. Tanti, a partire dal vissuto di fede e di Chiesa che hanno più a cuore, potrebbero criticare questo modo di parlare di religione in pubblico. Molti magari lo farebbero, in fondo, non condividendo il fatto che il programma non abbia «la fede come un assunto». Io non condivido invece ciò che esso ha come (unico) assunto. Si chiama audience. Questo talk-show esiste perché si guadagna, «di martedì», un rispettabilissimo, se non miracoloso, milione di telespettatori, dal 5% al 6% di share. La strada dei miracoli ci dice cioè che fine fa l'“informazione religiosa” (eh sì, di questo si tratta) se guidata (unicamente) dai criteri del mercato. Non mi pare una bella fine.
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