domenica 13 novembre 2022
Il dispositivo dei dipinti di Pieter Bruegel il Vecchio è stato descritto da W.H. Auden nella poesia Musée des Beaux Arts: «Anche il martirio più tremendo / dovrà comunque compiersi in un angolo». Nelle opere del grande fiammingo protagonisti e comparse si scambiano spesso di posto. Icaro cade in una posizione laterale rispetto allo spettatore, il cavallo che disarciona Saulo è disperso in mezzo alla folla. In alcuni quadri, come nei Giochi d’infanzia, sembra che sia proprio la folla, ingovernabile e brulicante, il vero oggetto della rappresentazione. Su questo principio si è basato anche il regista polacco Lech Majewski, che nel film I colori della Passione (2011) ha letteralmente messo in movimento la scena che Bruegel il Vecchio raffigura nella Salita al Calvario. A ogni personaggio, sia pure minimo, viene restituita la sua storia, sia che il pittore abbia voluto mostrarcela (è il caso del condannato che subisce il supplizio della ruota), sia che abbia preferito tenerla nascosta (lassù, nel mulino che domina questo Golgota paesano, troviamo un corpulento mugnaio impegnato a far funzionare gli ingranaggi). Ci sono addirittura situazioni prelevate da altri dipinti, come quella del mendicante bersagliato da una banda di monelli. La vita è in ogni angolo: crudele, magnifica, invincibile. © riproduzione riservata
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