domenica 4 dicembre 2005
Con l"argilla bagnata si formano i recipienti; ma è il vuoto che è in essi a consentire la pienezza dei vasi. Col legno si costruiscono case, porte e finestre; ma è il vuoto che è in esse a rendere abitabili le dimore. C"è la parte visibile dell"utilità; ma l"essenziale rimane invisibile.È forse una delle riflessioni più note del Tao-te Ching ("Libro del Principio e della sua virtù"), opera affascinante e sfuggente di Lao-tzu, semileggendario maestro cinese del VI o V sec. a.C. Questa celebrazione del vuoto ha paradossalmente una sua pienezza, come suppongono appunto le immagini evocate: è, infatti, il vuoto dei recipienti ad essere utile ed è lo spazio interno a una casa a costituire la realtà vivente delle presenze umane. Anche il vuoto della cassa armonica del violino è fondamentale per lo splendore del suono.Ecco, allora, una conclusione che si può declinare in tante forme. Innanzitutto ciò che è pieno non può accogliere altro: l"egoista o il superbo, colmi di sé, rimangono isolati da Dio e dagli altri. Ma c"è anche un"altra considerazione tipicamente cristiana: il Figlio di Dio - osserva s. Paolo - si è «svuotato» (in greco ekénosen) della sua dignità per essere non solo vicino a noi ma per diventare uno di noi, fragile e mortale come lo è l"uomo. Ecco, allora, la via dell"umiltà, del distacco, della lievità che ci libera da ogni peso di potere e di cose. Infine c"è un"altra osservazione ed è quella sottolineata da Lao-tzu: «L"essenziale rimane invisibile». Ad attirare è la bellezza delle forme di un"anfora o la nobiltà d"un"architettura; ma la funzione che le rende preziose per la vita è celata al loro interno. È nel segreto della coscienza che si annida la grandezza dell"uomo.
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