Il “salto” della Ricci, da suora a Battaglia
martedì 14 febbraio 2023
Dalla comprensiva Suor Angela di Che Dio ci aiuti alla ruvida Teresa Battaglia. Per scrollarsi di dosso un personaggio amato, ma che iniziava ad andarle un po’ stretto, a Elena Sofia Ricci ci voleva una commissaria di polizia spigolosa e scostante alle prese con serial killer nel freddo delle Dolomiti friulane. Un’esperta profiler, capace cioè di tracciare il profilo psicologico e comportamentale dell’autore di un crimine. Una figura femminile complessa e contraddittoria proprio come i boschi misteriosi, silenziosi e innevati in cui si sviluppa la storia di Fiori sopra l’inferno, la serie thriller da ieri su Rai 1 con tre prime serate da sei episodi, tratta dal romanzo di Ilaria Tuti, prodotta da Rai Fiction e Publispei, diretta da Carlo Carlei, scritta da Donatella Diamanti, Valerio D’Annunzio e Mario Cristiani, con a fianco della Ricci due attori come Giuseppe Spata, nei panni del giovane ispettore Massimo Marini in fuga da se stesso e dal proprio passato, e Gianluca Gobbi, l’ispettore capo Giuseppe Parisi che meglio di altri conosce le ferite e le fragilità che Teresa nasconde dietro la patina di durezza e cinismo e che l’hanno portata a essere la donna che è, con un passato doloroso, l’Alzheimer che la sta aggredendo e un’attenzione particolare per l’infanzia violata. Non a caso coprotagonisti di Fiori sopra l’inferno sono quattro ragazzini con storie familiari difficili e attenzioni morbose da parte di alcuni adulti. In effetti nella nuova serie di Rai 1 c’è un po’ di tutto, compreso qualche eccesso nella caratterizzazione dei personaggi (si pensi ad esempio al bidello della scuola). Se la serie sarà capace di miscelare a dovere temi complessi come la malattia e la pedofilia all’interno di un genere tra il giallo e il mistery lo vedremo soprattutto nei prossimi episodi. © riproduzione riservata
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