Il post di una popolare opinionista e la religione nel discorso pubblico
venerdì 9 agosto 2019

Tra i commenti critici comparsi in Rete in questi giorni a proposito del legame, twittato dal ministro Salvini, tra l'approvazione del Decreto Sicurezza bis e il «compleanno» della Madonna, la palma della maggiore popolarità spetta probabilmente a quello di Selvaggia Lucarelli. Postato sulla sua pagina Facebook (oltre che su quella de “Il Fatto Quotidiano”), ha collezionato reazioni, commenti e condivisioni in quantità significative (cioè a decine di migliaia) anche rispetto alla pur alta media dei post di quel canale. Da aggiungere che non si è trattato di una battuta a effetto, ma di un articolo vero e proprio, consistente in un serrato palleggio tra fatti di cronaca (non solo politica), personaggi popolari e soggetti religiosi anch'essi popolari, maneggiati con sufficiente pertinenza. Del resto, la scelta di redigerlo in forma di lettera della Beata Vergine Maria al ministro non consentiva leggerezze, anche se non richiedeva poi troppe nozioni di quella mariologia cui la Lucarelli fa esplicito riferimento. Al di là della tenuta dei singoli argomenti utilizzati e delle opinioni espresse, non solo su Salvini (a proposito di Medjugorje, ad esempio, il giudizio è decisamente tranchant), mi interessa qui sottolineare il fenomeno di cui questo articolo è rappresentativo. Sollecitata dalla battuta propagandistica di un uomo politico, una assai affermata giornalista di costume si è resa protagonista di un commento di taglio prevalentemente religioso. Lo ha fatto non a partire da un suo ruolo nella Chiesa, e neppure in qualità di esperta di temi religiosi, dei quali si è occupata occasionalmente, ma solo sulla base del suo profilo pubblico, assai fluido, di “opinionista”. A riprova del fatto che sempre più raramente i riferimenti di maggiore popolarità alla religione, nel discorso pubblico, sono appannaggio di figure di “specialisti”. Facciamocene una ragione.

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