domenica 17 settembre 2006
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi, non avrò vissuto invano. Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido, non avrò vissuto invano.È in assoluto una delle poetesse a me più care, l"americana Emily Dickinson, vissuta nell"Ottocento in isolamento nella casa paterna di una cittadina del Massachusetts. I suoi versi sono sempre limpidi, anche se non sempre facili, e rivelano un"intensa spiritualità che si affida ai grandi temi biblici e alla contemplazione della natura, a partire dal microcosmo del giardino di famiglia. Ho scelto oggi pochi versi che riflettono un messaggio immediato e cristiano. Non si è vissuto invano, non perché si sono realizzati grandi progetti, non perché folle ti hanno acclamato e neppure perché hai lasciato libri che s"impolverano nelle biblioteche.La vera eredità che assicura eternità è l"amore che si è seminato, anche nei piccoli gesti com"è quello di sorreggere un pettirosso appena nato o fare una carezza a chi ha una pena e forse non sa esprimerla. Soprattutto vorrei sottolineare la frase «impedire a un cuore di spezzarsi». Troppo spesso noi passiamo in mezzo al prossimo con la sicurezza e il distacco di un principe che non si cura della gente. Non ci accorgiamo delle domande mute, delle persone deboli che spintoniamo, dei sentimenti delicati che ignoriamo e persino disprezziamo. Ritrovare la finezza dell"anima, senza smancerie ma con dolcezza, permetterà agli altri e a noi di confessare di non essere vissuti invano.
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