Il Papa a Napoli: i media, la Rete e l'adesione al sentimento comune
domenica 22 marzo 2015
21 marzo, ore 11 di mattina. Papa Francesco è «appena» arrivato a Napoli-Scampia (vi è atterrato infatti alle 9.04). Eppure il titolo «La corruzione puzza» (anzi, nella forma antica e popolare «spuzza»), virgolettato del discorso pronunciato dal Papa appunto a Scampia, è già onnipresente in Rete, sia nel mondo dell'informazione religiosa (mi pare che per prima sia arrivata “Aleteia”, http://tinyurl.com/nep2oxu ) sia in quello dell'informazione generalista, sia tra i miei “amici” su Facebook. In contemporanea, si svolge a Bologna la Giornata di Libera contro le mafie, ma ciò non confligge, anzi: questo titolo “connette” perfettamente Bologna con Napoli, cosa della quale credo siano consapevoli sia il Papa, sia don Ciotti. Ho fatto qualche conto e ho valutato che il risultato sia maturato in un'ora, forse meno, di lavoro di quanti sono a Napoli a seguire, per le loro testate, papa Francesco e di quanti, per interesse professionale o personale, ne rilanciano i tweet e le cronache.Mi viene perciò, come cristiano prima di tutto, da rallegrarmi, ancora una volta, per la capacità comunicativa di Francesco, per l'adesione immediata dei suoi gesti e delle sue parole al sentimento comune: ciò che il sistema dei media, compresa la sua componente digitale, non fa altro che riflettere. Per limitarci all'Italia: da Lampedusa a Cagliari, da Cassano all'Jonio a Caserta, fino a Napoli, che è la prima diocesi “grande” che il Papa visita, ogni volta egli ha apportato all'evento di per sé significativo della sua presenza fuori di Roma il valore aggiunto di parole e gesti straordinariamente incisivi.Tra le notizie di contorno degli ultimi giorni, ho visto (“Vatican Insider”) che, secondo un'indagine dell'Istituto Toniolo che ha toccato 5.000 giovani (19-32 anni), papa Francesco è la figura pubblica che ispira ai ragazzi del nostro Sud maggior fiducia: i consensi segnano il 75,6%. Come dare loro torto?
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