mercoledì 18 luglio 2012
«Nel ricco giardino di Dio, noi fedeli/ curiamo che sbocci ogni gemma, ogni fiore». In questi due versi semplicissimi e incancellabili del grande poeta tedesco Novalis vediamo fusi mirabilmente Oriente e Occidente: l'idea del mondo come giardino richiama la mistica orientale, con la sua dolce e levitante contemplazione, la cura dell'uomo a ogni singola gemma evoca lo spirito occidentale, perennemente attivo. Contemplare il giardino e curarlo significa apprezzare il mondo ma nello stesso tempo contribuire alla sua nascita incessante. Non è in noi umani il segreto che spinge il calamo, l'elisir della linfa che porta lo stelo a sbocciare e fiorire: ma è in noi la sua cura: non solo seguendo il giardino, il suo disegno. Il fiore è il segreto della bellezza che nasce dalla terra, dal buio, rivelando prodigiose quanto invisibili risorse della terra e del buio. Essere fedeli, al giardino, alla bellezza dei fiori, pur sapendo che in questo giardino la legge della morte fisica non è abolita, semmai modificata da un perenne, incessante sbocciare. Fare poesia, arte, edificare templi e palazzi, acquedotti e strade, ordinare leggi, curare la salute, organizzare la convivenza umana secondo un modello di bellezza, questo significa curare ogni gemma e ogni fiore del giardino di Dio.
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