Il futuro del digitale? Chiedilo a chi non vede
venerdì 27 novembre 2020
«Se vuoi sapere come sarà la tecnologia del futuro, chiedilo a qualcuno che non può vedere». Sembra una frase slogan, buona per una pubblicità o un film. Ma non è uno slogan: il suo autore, Will Butler, ne è completamente convinto. Lui è uno scrittore, un giornalista e un autore di podcast, ma soprattutto è il vicepresidente di Be My Eyes («Sii i miei occhi»), la più grande comunità sulla cecità al mondo. Non vedente dall'età di 19 anni, Butler è ai vertici di «una piattaforma digitale di supporto in cui più di 4 milioni di persone e aziende aiutano gli utenti non vedenti in quasi 200 lingue».
Su cosa basa la sua tesi Butler? «Negli ultimi 10 anni – ha scritto su TechCrunch – questo tipo di tecnologia è letteralmente decollata. Anche se inizialmente è stata sviluppata da e per le persone con disabilità, ora è utilizzata da tutti, indipendentemente dal fatto che una persona sia o non sia disabile». Quella che viene definita «la tecnologia senza occhi» tocca davvero ogni parte delle nostre vite. «Spesso – ha spiegato Butler – gli inventori di questo tipo sono mossi dalla sincera voglia di aiutare i bisognosi, ma oggi sappiamo che le loro invenzioni per migliorare la vita dei non vedenti hanno creato nuove capacità per tutti e aperto strade verso un'innovazione imprevedibile».
L'elenco che fa Butler delle invenzioni per non vedenti che oggi sono usate da tutti è illuminante. «Un tempo avere un assistente tecnologico personale sembrava un miraggio». Oggi chiunque di noi può usare la voce (su un cellulare o grazie agli assistenti vocali) per comandare tanti oggetti tecnologici, ascoltare musica, comandare gli elettrodomestici o per farsi leggere siti web, articoli o riviste. Per non parlare degli audiolibri. Sviluppati per i non vedenti già nel 1934 e osteggiati a lungo dall'editoria, oggi, almeno in America, sono un business in crescita.
Sono cose che diamo per scontate, ma che dimostrano appieno la tesi di Butler. Per questo sarà particolarmente interessante seguire Sight Tech, la prima conferenza mondiale virtuale (cioè, online) su questi temi che si terrà il 2 e 3 dicembre, con alcune delle figure più importanti del mondo tecnologico (la registrazione è gratuita, si può farla online qui tinyurl.com/y3sfzxwo ). «Parleremo di passato, presente e futuro della progettazione delle tecnologie per i non vedenti e come questo abbia influenzato le vite di tutti» spiega Butler. Che racconta anche una parte dei temi che saranno trattati al Sight Tech. Si parlerà, per esempio, di come raggiungere una mobilità perfetta. «Per molti l'auto a guida autonoma è un lusso promesso da tempo. Per quelli di noi che non possono ottenere la patente di guida, è la chiave per un livello di indipendenza senza precedenti». Allo stesso modo, si discuterà di come rendere le mappe digitali ancora più utili e accessibili ai non vedenti (e a tutti). Si discuterà di come abbattere le discriminazioni e le difficoltà presenti nelle tecnologie. Si discuterà di come l'intelligenza artificiale sia uno dei pilastri del futuro di tutti ma anche – e soprattutto – di come realizzare macchine, programmi e servizi che non ereditino i nostri pregiudizi culturali sugli handicap e non solo su quelli.
Si discuterà di come l'accesso alle informazioni sia un diritto civile; quindi, si analizzerà quanto siano fruibili i siti e i servizi di informazione per i non vedenti e per chiunque abbia problemi di vista (e non solo), e quindi di quale sia la strada da prendere per migliorare ancora. «Tanto più – spiega Butler – che i siti d'informazione organizzati per venire incontro ai non vedenti nel modo migliore sono quelli più apprezzati da tutti gli utenti». Insomma, più si entra nelle pieghe del Sight Tech e più la tesi di Butler sembra valida: se vuoi vedere il futuro della tecnologia, chiedi a un non vedente.
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