sabato 8 dicembre 2007
Madre di Dio che in te è Dio diventato bambino, madre di tutto il creato: madre del bimbo che in te si è incarnato, madre dell'infinito generato. Madre di ogni principio, incominciato il giorno in cui il principio è penetrato in te che ogni principio hai abbracciato" Madre di ogni secondo illuminato, madre del nuovo corso inaugurato in te, per te cresciuto ed educato al mondo, madre dell'inaspettato disegno da te sul mondo intero riversato"
Se ne è parlato a lungo qualche mese fa quando il poemetto è stato pubblicato da Einaudi: Maria era un canto intenso, affascinato, ora dolce ora complesso, dedicato alla madre di Cristo da un giovane autore, Aldo Nove, noto per testi di tutt'altro tenore, spesso cinici, crudi, di taglio "televisivo" e lontani da ogni orizzonte religioso. Noi, in questa solennità mariana, abbiamo proposto solo alcuni suoi versi perché li si legga come testimonianza di una ricerca anche teologica (il pensiero corre all'altissima opera Annunciazione di Rilke, grande poeta austriaco) ma soprattutto come una voce di purezza, di semplicità, di amore, di fiducia. Non per nulla Nove rimanda alla devozione mariana limpida e assoluta della nonna.
Vorrei solo sottolineare una frase tra quelle citate: Maria è la «madre di ogni principio», con naturale riferimento alla sua maternità divina che segna l'ingresso primo e pieno di Dio nell'umanità non per essere solo «Dio-con-noi», l'Emmanuele, ma anche un Dio che è noi ed è in noi. In Maria si ha il principio di un intreccio radicale e sostanziale tra tempo ed eterno col Verbo perfetto divino che è anche carne mortale. È, questa, la sorgente di una nuova visione della nostra creaturalità: noi siamo stati irradiati di infinito, in noi c'è un seme di eternità, la nostra umanità è fecondata dal divino ed è per questo che attendiamo non la fine della vita ma la meta della nostra redenzione.
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