Il conto salato del batterio killer
sabato 4 giugno 2011
Almeno 20 milioni di euro di danni in pochi giorni, ma la conta potrebbe portare a risultati ben più alti. È l'effetto dell'ultima emergenza sanitaria che ha colpito l'agricoltura: quella del cosiddetto «batterio killer» che sta seminando panico (e non solo) nel Nord Europa, ma i cui effetti economici si fanno sentire ormai dappertutto. Perché il problema è sempre uguale: basta un allarme, più o meno fondato, che tocchi l'igiene e la sanità di ciò che si mangia per scatenare un effetto domino anche su chi magari non c'entra nulla. Dalla storia della «mucca pazza» a oggi, in dieci anni, la Coldiretti ha calcolato che i danni provocati all'agricoltura dalle emergenze alimentari sono arrivati alla bella cifra di 5 miliardi di euro. Così se il panico indiscriminato in Germania ha di fatto, sempre secondo i coltivatori, bloccato le spedizioni nazionali di frutta e verdure in quel Paese con perdite di 3 milioni di euro al giorno per l'agricoltura nazionale, la storia di questi ultimi tempi è costellata di casi simili. Dalla mucca pazza all'aviaria, dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina ma anche grano canadese dall'ocratossina e olio di semi ucraino contaminato da idrocarburi, gli allarmi provenienti dalle diverse parti del mondo si sono moltiplicati negli ultimi dieci anni con pesanti effetti sull'economia, anche se non sempre " sottolinea la Coldiretti " hanno fatto seguito problemi concreti.
A conti fatti, viene spiegato, le stime generali indicano in 2 miliardi le perdite subite solo dal sistema della produzione, trasformazione e commercio della carne subite solo a seguito dell'emergenza mucca pazza. Adesso, il crollo dei consumi di frutta e verdura in Germania e in altri Paesi europei cade in una stagione importante per la produzione nazionale di frutta e verdura che rappresenta la voce più importante delle esportazioni agroalimentari con un valore complessivo di 4,1 miliardi di euro, superiore a quello del vino. L'allarme è quindi altissimo, anche perché, come ha sottolineato Confagricoltura, giugno è il mese di piena campagna di raccolta e per la nostra frutta e i nostri ortaggi si profila un disastro; i produttori, nonostante il nostro Paese sia completamente estraneo alla vicenda, rischiano di pagare un conto salato. E, a rendere complessa la situazione c'è anche il calo dei consumi nazionali (tra il 5 e l'8%) fatto rilevare dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Per tutti la ricetta per risolvere la questione è semplice in teoria quanto complicata da mettere in pratica: occorre uscire dall'attuale confusione e garantire un'informazione puntuale e trasparente. Lo strumento ci sarebbe anche " la legge sulle etichette complete " ma non è stato ancora applicato a tutti i prodotti alimentari. Una legge, tuttavia, rischia di non bastare: quando si tratta di salute e alimentazione, infatti, la diffidenza, alimentata magari da messaggi sbagliati e da personaggi senza scrupoli, è davvero un ostacolo enorme da superare.
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