mercoledì 31 luglio 2002
Il fedele deve scegliere il Cristo povero piuttosto che la ricchezza, l"obbrobrio col Cristo piuttosto che gli onori, essere considerato ignorante e pazzo per il Cristo, che per primo è stato chiamato tale, piuttosto che essere giudicato in questo mondo saggio e prudente.Il 31 luglio 1556 moriva a Roma sant"Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti, dopo un"esistenza particolarmente intensa. Essa era iniziata appunto a Loyola, nella regione basca della Spagna, nel 1491; aveva conosciuto anche l"esperienza della guerra come cavaliere e da ferito, ma era approdato a un"illuminazione spirituale che il libro degli Esercizi Spirituali, redatto nel 1541, testimonia in modo altissimo. È appunto da quest"opera che oggi abbiamo attinto, un"opera che ha impressionato anche tanti spiriti "laici" e che ha formato intere generazioni di credenti.Le righe da noi citate evocano un passo altrettanto radicale di san Paolo che ai Corinzi, tentati dal fascino della cultura greca e dalla sicurezza dei segni miracolosi proposti dal giudaismo, presenta la croce di Cristo, «scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani», eppure «potenza e sapienza di Dio» (I, 1, 22-24). È per questo che Ignazio, come l"Apostolo, s"avvia sulla strada ardua e stretta della povertà, dell"obbrobrio, della follia respingendo ogni compromesso con la ricchezza, gli onori, l"astuzia del mondo. È ancora Paolo a spezzare per primo il facile equilibrio che si illude di salvare egoismo e amore, distacco e possesso, umiltà e successo: «Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, ciò che è ignobile, disprezzato e nulla per ridurre a nulla le cose che sono» (I, 1, 27-28).
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: