I 6 supereroi della privacy e la lotta contro la nostra pigrizia
venerdì 30 novembre 2018
Abbiamo sentito parlare così tanto di privacy (sul web ci sono oltre 10 miliardi e mezzo di pagine) che, sinceramente, non ne possiamo più. Non solo. Nel nostro piccolo siamo anche ormai convinti (a torto) che sia una battaglia di fatto persa. Non c'è giorno infatti in cui non ci accorgiamo che i nostri dati sono usati – e molto spesso abusati – da decine di aziende. Che nel digitale catalogano, tracciano e profilano ogni nostra azione con il solo fine di vendere la nostra privacy ad altri o per venderci direttamente qualcosa di cui non possiamo fare a meno (loro lo sanno perché ci hanno "studiato").
Per loro non siamo persone o cittadini, ma solo potenziali clienti. Con tutto quello che ne consegue. Se pensate che la privacy non sia un problema serio, sappiate che, solo nelle ultime ore, Google è stata accusata di violare quella degli utenti in ben sette Stati.
A questo punto viene automatico chiedersi: possibile che non possiamo fare nulla per difenderci? Mentre l'Europa e non solo lei, lavora per proteggerci in modo sempre più efficace, un modo esiste. Per prima cosa dovremmo settare al meglio i programmi con i quali navighiamo in Rete (i vari Firefox, Edge, Safari, Chrome...) e poi la privacy sui nostri profili social. Ma non lo facciamo. Perché siamo pigri. Perché ci sembrano azioni complicate (anche se basta un clic per aprire una finestra per «navigare (parzialmente) in incognito». Così, l'abitudine e la pigrizia diventano le nostre peggiori nemiche. Col risultato che sempre più spesso ci lamentiamo che la nostra privacy viene violata e invochiamo leggi sempre più restrittive e «poliziotti digitali» che le facciano applicare, ma i primi «controllori» con i quali dovremmo prendercela siamo noi.
Conoscendo la pigrizia degli esseri umani, ma ritenendo la privacy un valore importante non più negoziabile è nata un'alleanza di «supereroi della privacy». Sono sei aziende con base in Svizzera, le quali hanno realizzato altrettanti servizi, in grado di proteggere sensibilmente le nostre privacy digitali.
C'è il motore di ricerca DuckDuckGo (https://duckduckgo.com/), potente (quasi) come Google e che blocca «i tracker pubblicitari, mantiene privata la tua cronologia di navigazione e ti fa prendere il controllo dei tuoi dati personali». C'è il browser Brave (https://brave.com), un'ottima alternativa a Chrome e Edge, il quale ci protegge sul web dalla pubblicità invadente, da chi ci traccia e dai "ladri" di dati. Per rendere anonima la nostra navigazione ci sono anche vari servizi Vpn, cioè reti private che fanno risultare i nostri pc, tablet o smartphone come se fossero in Paesi e luoghi diversi da quelli in cui ci troviamo realmente. Il servizio arruolato tra i «supereroi della privacy» si chiama ProtonVpn. Se gli altri «eroi» erano gratis, questo costa 4 dollari al mese (la versione gratis è molto lenta). Per inviare invece gratis file criptati pesanti fino a 5GB c'è il servizio Tresoritsend (https://send.tresorit.com/). Se cercate invece un'app di messaggistica alternativa a WhatsApp probabilmente conoscete già la russa Telegram. L'alleanza dei«supereroi digitali» ha invece scelto Threema (https://threema.ch/en). Funziona con qualunque smartphone e costa 3,49 euro (una volta per sempre). In compenso renderà criptata e anonima qualunque vostra azione: messaggi, invio di file, chat di gruppo, sondaggi e perfino le chiamate audio fatte usando l'applicazione. A chiudere il sestetto c'è ProtonMail, il sistema di posta elettronica che rende non tracciabili la vostra posta elettronica, mettendola al sicuro da tutto e da tutti. Fino a stasera costa 2 euro al mese (normalmente 4 euro). Basterebbero anche solo i due «supereroi» gratuiti (Brave e DuckDuckGo) per cambiarci in meglio la vita. Chissà se qualcuno avrà il coraggio di sfidare, prima ancora che i «ladri di privacy», la propria pigrizia.
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