sabato 5 marzo 2022
Le otto di sera, una trattoria casalinga a Roma. Il locale è pieno, la tv in un angolo è accesa. Guardo la sigla del Tg, quando improvvisamente l'oste col telecomando gira su un telefilm. Lo fisso meravigliata, lui indifferente riprende a servire tonnarelli cacio e pepe. Il Tg no, l'Ucraina no, la guerra, le bombe no, non devono entrare nel tepore di questa sera romana. Negazionismo? Non è vera neanche la guerra? O istinto di difesa da ciò che ci è intollerabile? Però la guerra avanza lo stesso. Quella grossa e vecchia centrale nucleare toccata dai missili russi, e, dicono, indenne, non ci pesa forse sul cuore come un macigno? Sei volte Chernobyl. Poi, dipende dal vento: se soffia verso Est, o verso Ovest - verso l'Europa. (Non può essere, non è possibile. Non possiamo reggere certi pensieri). I primi turisti sciamano per Roma nel sole di marzo. All'Aventino dal giardino di una scuola elementare vengono le voci dei bambini che giocano, felici - ma oggi fanno male al cuore. Cerco un rifugio. Basilica di Santa Sabina, meravigliosa, vuota e deserta. In fondo, sulla sinistra, su un altare spoglio c'è un Crocefisso antico. Restare qui, semplicemente a guardarlo. Guardare i chiodi nelle mani. Cosa hanno fatto a lui, l'Agnello. Ogni uomo, ogni bambino ucciso o ferito o abbandonato è un suo fratello. Restare qui nel primo venerdì di Quaresima del 2022, zitti: semplicemente ad ascoltare.
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