Filiera del latte, industriali e allevatori (finalmente) uniti
domenica 31 maggio 2015
Industriali e allevatori alleati per controllare meglio la filiera del latte. Si tratta di un passo in avanti importante, che dice chiaramente quanto il mondo dell'agricoltura sia lontano dalle immagini bucoliche del passato e quanto, invece, sia un settore nel quale sapienza agricola e qualità industriale riescono a coniugarsi per dare vita a nuovi assetti produttivi. Strategie nuove che non devono far dimenticare i problemi ancora ben presenti nel comparto, ma che indicano una strada da percorrere con successo.Il succo di quanto è accaduto è semplice: Granarolo e Coldiretti hanno reso noto di aver siglato un accordo di collaborazione con cui raggiungeranno una quota complessiva pari al 12,65% del capitale sociale di Centrale del Latte di Brescia. L'operazione avverrà attraverso un aumento del capitale sociale di 2 milioni di euro, interamente sottoscritto da Granarolo Spa, Coldiretti Brescia HC Srl, società attualmente controllata al 100% da Coldiretti e che detiene il 12,65% di Cl Brescia. A seguito dell'operazione, Granarolo Spa e Coldiretti controlleranno, con il 50% ciascuna, il capitale sociale di Coldiretti Brescia Hc Srl (che diventerà Filab, Filiera Latte Brescia). In questo modo, oltre ad una maggiore qualificazione della quota di controllo della Centrale, Granarolo e Coldiretti, insieme a Bim (Consorzio Comuni bacino imbrifero montano di Valle Camonica-Breno) e a Latte Brescia Soc. Coop. Agricola, controlleranno una quota pari al 24,37% di Cl Brescia, diventando il secondo azionista dopo il Comune di Brescia.Chiaro lo scopo ultimo dell'operazione: salvaguardare le eccellenze territoriali della regione a maggior vocazione agro-allevatoriale del Paese valorizzandone le produzioni locali di latte fresco di alta qualità, in particolare a seguito della fine del sistema comunitario delle quote latte e in linea con il piano strategico del ministero delle Politiche agricole.Quanto accaduto è, finalmente, il segno di cosa si può fare quando l'obiettivo è la salvaguardia del territorio e non la guerra reciproca fra parti di uno stesso settore. È a ben vedere ciò che dovrebbe accadere anche per altre produzioni e per altri territori. Una notizia che deve essere un esempio e che contribuisce a spiegare perché - stando alle elaborazioni dei coltivatori su dati Istat - l'agricoltura faccia registrare nell'ultimo trimestre il più elevato incremento del Pil con il valore aggiunto che sale del 6% a livello congiunturale: dieci volte di più dell'industria.Certo, sempre gli allevatori fanno notare come la ristrutturazione del settore lattiero negli ultimi anni abbia fatto chiudere 10mila stalle. Ma il segno positivo della situazione rimane tutto. Sta a tutti gli attori agricoli continuare su questa strada.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: