mercoledì 20 marzo 2013
Amsterdam, dicembre 2009 - Una settimana a Natale. Nevica forte stasera, attorno ai lampioni i fiocchi danzano come falene. Luminarie fastose rischiarano la notte: cascate di luce algida si specchiano sui marciapiedi candidi, si frammentano nei diamanti allineati nelle vetrine degli orefici, dietro a piazza Dam. In ogni negozio Babbi Natale, e ovunque, ossessive, le note di Jingle bells. Il 58 per cento degli olandesi non sa cosa esattamente sia successo, duemila anni fa, il 24 dicembre, e molti dei campanili illuminati a festa appartengono a chiese chiuse, o trasformate in musei; mentre le moschee in città sono venti, e piene di fedeli.Sono venuta a cercare il Natale nel Paese più secolarizzato d'Europa, ma, fra tante luci, fatico a trovarlo. Per mille Santa Klaus, finora ho visto un solo piccolo presepe - vicino alla Centraal Station, alla mensa dei poveri.Nel quartiere di Jordaan, non un buon quartiere, in una via stretta c'è una casa spoglia, senza neanche una luce. Suono, mi apre una suora di Madre Teresa. Nella cappella spoglia un grande crocefisso, due sorelle in adorazione, e, davanti all'altare, una piccola mangiatoia vuota - sembra il palmo di una mano mendicante. Egelantinstraat, 147. Né Jingle bells né luci, ma qui palpita, vivo nel silenzio, il Natale di Amsterdam.
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