Dvd, Messiaen e il suono dell'organo per meditare il mistero della Natività
domenica 11 dicembre 2011
L'organo è lo strumento prediletto a cui Olivier Messiaen (1908-1992) ha affidato alcuni dei suoi più importanti e monumentali cicli compositivi; la voce attraverso la quale, lungo tutto l'arco della sua esistenza, ha proclamato al mondo intero lo stretto vincolo che ha legato in modo indissolubile la sua concezione artistica alla più autentica dimensione spirituale. Le opere di Messiaen sono infatti così ancorate al sentimento religioso del loro autore che sarebbe assolutamente fuorviante disgiungere il pensiero estetico e il linguaggio musicale che le contraddistingue dal portato mistico che le investe nel profondo.
Di tutto ciò è perfettamente consapevole Jennifer Bate, organista che ha lavorato a lungo al fianco dello stesso compositore per dare vita a esecuzioni che risultassero il più possibile fedeli e accurate rispetto alle intenzioni originali espresse dall'autore. La registrazione video della sua lettura della Nativité du Seigneur è una produzione firmata BBC ed è stata realizzata dal vivo nel 1989 presso la Cattedrale di Norwich (Dvd pubblicato da Digital Classics Video e distribuito da Codaex). Si tratta di un'interpretazione che si impone nel complesso per intensità e partecipazione, a tratti accompagnata in sovrimpressione dal "commento" appropriato di citazioni bibliche che offrono ulteriori spunti di riflessione e incorniciano i nove riquadri attraverso cui, nel 1935, Messiaen ha inteso innanzitutto conferire veste sonora agli stati d'animo di stupore e assoluta meraviglia che accompagnano l'irruzione nel mondo del Redentore.
Nove meditazioni dal carattere quasi visionario che, contemplando il mistero della maternità della Vergine, celebrano nel contempo la nascita di Gesù, il suo destino di sofferenza e il suo disegno glorioso di misericordia per la salvezza dell'intera umanità. Un progetto che si rivela complesso nella concezione e impegnativo all'ascolto, chiamato però a esprimere qualcosa di estremamente semplice e diretto, che per il compositore rappresenta lo scopo primario e la prospettiva unitaria della sua attività creativa: nelle sue stesse parole, «una musica vera, ovvero spirituale, che sia atto di fede; una musica che tocchi tutti gli argomenti senza mai smettere di parlare di Dio».
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