sabato 5 giugno 2021
«La seule chose qui nous console de nos misères est le divertissement et c'est pourtant la plus grande de nos misères» (la sola cosa che ci consola delle nostre miserie è il divertissement e tuttavia esso è la più grande delle nostre miserie). Se pensiamo che Pascal intendesse, per divertissement, tutte le attività con cui gli umani riempiono le loro giornate, e non solo quel che noi intendiamo più positivamente con "divertimento" - vale a dire il gioco, la musica, le feste - è davvero qualcosa che ci costringe a pensare. Divertissement è anche il lavoro, sono anche quelle opere materiali che compiamo ogni giorno per non pensare all'essenziale della vita, a ciò che conta davvero e che risolve il problema del senso profondo della stessa. Anche don Lorenzo Milani bandiva il verbo divertirsi e magari sarà stato ispirato dal grande genio francese del Seicento. Il priore e maestro di Barbiana non permetteva che i suoi alunni si divertissero neppure di domenica: dovevano andare a scuola anche il settimo - anzi, l'ottavo - giorno, per evitare di deragliare su un'altra direzione, quella dell'ignoranza, rispetto a quella della conoscenza. Un rischio di cui, nella Bibbia, c'è un'icona perfetta, quella della Signora Follia, che «sta seduta alla porta di casa per invitare i passanti che vanno dritti per la loro strada» e per deviarne il cammino verso un mondo di ombre.
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