Mare mare mare
«Passammo l'estate su una spiaggia solitaria E ci arrivava l'eco di un cinema all'aperto. E sulla sabbia un caldo tropicale dal mare Mare mare mare voglio annegare Portami lontano a naufragare
Via via via da queste sponde Portami lontano sulle onde». Quando lo ascoltavamo in macchina ci faceva volare nei pomeriggi ubriachi d'estate e di gioventù. Visioni e melodie senza aggressività, già placate, planate su praterie d'assoluto, prive d'ansia, lucide, ironiche. Superate le sfide adrenaliniche di Emozioni in cui Lucio Battisti invitava a provarci, a vedere cosa potesse succedere, guidando «a fari spenti nella notte». Battiato è un nobile signore, sempre figlio, casto e gentile anche quando deve colpire il ventre dell'ipocrisia, i grumi delle bassezze umane: «Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere di gente infame che non sa cos'è il pudore». Senza retorica, né toni apocalittici ma con dolore: «me ne vergogno un poco e mi fa male vedere un uomo come un animale». Capace e bisognoso d'immensità, di sguardi universali, di rendere sublimi - inanellandole - le musiche balcaniche coi valzer viennesi che si rifrangono, come un eco d'onde, sulla riviera romagnola. Vastità di vedute, canto all'armonia, naufragio in eterne, celesti lontananze.
Via via via da queste sponde Portami lontano sulle onde». Quando lo ascoltavamo in macchina ci faceva volare nei pomeriggi ubriachi d'estate e di gioventù. Visioni e melodie senza aggressività, già placate, planate su praterie d'assoluto, prive d'ansia, lucide, ironiche. Superate le sfide adrenaliniche di Emozioni in cui Lucio Battisti invitava a provarci, a vedere cosa potesse succedere, guidando «a fari spenti nella notte». Battiato è un nobile signore, sempre figlio, casto e gentile anche quando deve colpire il ventre dell'ipocrisia, i grumi delle bassezze umane: «Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere di gente infame che non sa cos'è il pudore». Senza retorica, né toni apocalittici ma con dolore: «me ne vergogno un poco e mi fa male vedere un uomo come un animale». Capace e bisognoso d'immensità, di sguardi universali, di rendere sublimi - inanellandole - le musiche balcaniche coi valzer viennesi che si rifrangono, come un eco d'onde, sulla riviera romagnola. Vastità di vedute, canto all'armonia, naufragio in eterne, celesti lontananze.
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