Cremona rilancia i canti per Maria Note d'amore che danno speranza
domenica 10 ottobre 2004
«Questo disco nasce dal desiderio di mantenere in vita e divulgare una significativa parte della tradizione musicale che ha commosso e fatto pregare diverse generazioni di cattolici'»: nelle parole di Ilaria Geroldi, maestro del Coro "Santa Veronica" di S. Maria Nascente in Bonemerse a Cremona, sono racchiuse nel contempo l'origine e il fine che l'hanno spinta a guidare un progetto destinato a distinguersi per la sua elevata valenza artistica, culturale e spirituale. Ben oltre qualsiasi velleità puramente estetizzante, l'album Maria, nostra speranza (pubblicato da Multimedia San Paolo) testimonia infatti del profondo senso di verità e bellezza che emerge dalle radici del nostro patrimonio devozionale, espresso attraverso l'immediatezza poetica dei testi e il nobile fascino del canto polifonico. Le melodie che hanno accompagnato per decenni le processioni, le funzioni, le recite del Rosario e i pellegrinaggi di migliaia di fedeli tornano così a risuonare, nella loro commovente autenticità, alla luce delle nuove armonizzazioni per coro a quattro voci scritte da Marco Ruggeri, già organista della Cappella Musicale della Cattedrale di Cremona. Brani come Mira il tuo popolo, Dell'aurora tu sorgi più bella, è l'ora che, pia o Andrò a vederla un dì, ma anche come Mille volte benedetta di Lorenzo Perosi e Lieta armonia di Raffaele Casimiri, sono i preziosi gioielli di un repertorio religioso popolare che, sviluppatosi a partire dal XIX secolo, si è tramandato fino a noi perlopiù oralmente e che oggi viene restituito a nuova vita grazie anche all'edizione in partitura dei pezzi raccolti nel disco. Meravigliosi esempi di una liturgia vissuta quotidianamente, passo dopo passo, tra i dolori e le gioie di ogni giorno; risvegliati da un semplice cd che, lungi da un intento puramente archeologico o filologico, ha l'indubbio merito di arrivare direttamente al cuore di chi lo ascolta, facendolo sobbalzare, emozionato, di fronte alla forza suggestiva di una musica che si fa preghiera e rimanda inevitabilmente all'origine della nostra fede. Perché, come sostiene monsignor Mario Marchesi (Vicario Generale della Diocesi di Cremona) nella prefazione della partitura, «onorando e cantando Maria si onora e si canta il Figlio suo Gesù».
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