mercoledì 24 agosto 2005
Tutta la differenza tra costruzione e creazione è esattamente questa: una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata costruita; ma una cosa creata si ama prima di farla esistere.Questa frase, che il noto scrittore cattolico inglese  Gilbert K. Chesterton (1874-1936) annotò nella sua prefazione al romanzo Il Circolo Pickwick del collega Charles Dickens, riesce a illustrare in modo nitido la distinzione tra intelligenza e genialità. La prima è certamente una dote preziosa che permette di costruire realtà significative con ordine e con materiali che sono già stati elaborati da altri. Essa è, quindi, necessaria per la vita quotidiana nel suo ordinato sviluppo, è frutto di collaborazione sociale e alla fine ottiene i suoi risultati.La genialità, invece, è un dono assoluto che intuisce ciò che ancora non è stato elaborato né attuato. Essa già vede il profilo del futuro ancora inesistente, lo delinea e lo ama: si pensi solo alle straordinarie intuizioni di un Leonardo da Vinci, lontane dalla scienza di allora e affacciate già sul futuro nel quale ora noi siamo immersi. Ebbene, in tutti " sia pure in misura ben diversa " c"è, accanto alla necessaria dose di intelligenza che ci fa vivere coi piedi per terra, una scintilla di creatività che ci rende simili al Creatore di cui siamo pur sempre "immagine e somiglianza". E l"espressione più alta di questa libertà e genialità è nell"amore che non calcola e non si affida solo alla pur necessaria logica razionale. Nell"amore si crea anche la bellezza dell"altro, si intuiscono segreti e si vive con una passione che ci permette di trasfigurare l"ordinaria e faticosa "costruzione" della vita.
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