domenica 14 aprile 2019
Oggi c'è consenso sul fatto che i Vangeli cominciarono a essere scritti a partire dal resoconto della Passione; e che prima di essere costituiti nella forma in cui ci sono pervenuti già esisteva, come loro embrione, il racconto della Passione. Per questo, quando i primi cristiani si riunivano, era per ricordare la Passione del Signore. Essa è effettivamente il nucleo vitale di tutto ciò che riguarda Gesù. Ed è la storia che ci fonda come cristiani, che ci conferisce l'identità, che ci fa essere. Che ne siamo coscienti o meno, noi cristiani siamo una conseguenza della Passione di Cristo. Disponiamo pertanto il nostro cuore ad accoglierla una volta di più. Può darsi che non ci siamo ancora mai veramente confrontati con essa. Forse non l'abbiamo ancora considerata come una storia specialmente rivolta a ognuno di noi. La Passione di Gesù attesta la verità fondamentale del suo amore, che non è astratto o senza destinatario. È un amore reale, che possiamo sperimentare sempre. Gesù vive la sua Passione come un atto di compassione senza misura in nostro favore. Gesù abbraccia la nostra condizione, la nostra inconsistenza, abbraccia ciò che in noi ci piace e ciò che non ci piace, abbraccia quello che ci rammarichiamo essere accaduto o semplicemente non essere avvenuto. Gesù accetta di essere provato in tutto per abbracciare tutto in noi: «Io sono sempre stato al vostro fianco, non sono mai stato lontano da voi, mai nessuna cosa vi ha separato dal mio amore».
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