Condividiamo un'immagine se è il segno di una speranza
domenica 8 maggio 2022
La falsità dell'immagine è stata diffusamente smascherata: dal Tgr dell'Abruzzo ( bit.ly/3kKQMrn ) già un mese fa, quando ha cominciato a circolare, e nei giorni scorsi nuovamente da "Open" ( bit.ly/3w8CK89 ). Qualche fonte che l'aveva pubblicata si è anche scusata. Ma è utile tornare su tale immagine. Pretende di mostrare una chiesa di Odessa completamente distrutta da un bombardamento, tranne una statua di Cristo Salvatore rimasta in piedi, al centro.
Si tratta invece della basilica di Santa Maria Collemaggio all'Aquila, veramente distrutta dal terremoto del 2009 ma senza che alcuna statua fosse rimasta in piedi: quella che troneggia sulle macerie, nello scatto che è circolato nei giorni scorsi, è stata aggiunta con un fotomontaggio. Se tuttavia qualcuno si è preso la briga di costruire un falso di questo tipo è perché accade regolarmente – allorché la natura o l'uomo infieriscono su edifici di culto – che si dia risalto alla eventuale "sopravvivenza" di una statua o di un quadro a soggetto sacro, spesso associata all'espressione: «miracolosamente intatta». E poiché i social network fanno da moltiplicatori di tale risalto, vale la pena interrogarsi sul significato che attribuiamo a queste immagini, e quindi sull'opportunità di rilanciarle – sempre dopo essersi accertati che siano vere e non artefatte. Diffidiamo di una lettura frettolosamente "miracolistica", secondo la quale tali oggetti verrebbero risparmiati dalla distruzione per una protezione "divina": perché la stessa protezione non sarebbe stata accordata alle vittime umane di quel terremoto o bombardamento?
Se invece vi leggiamo il segno che Dio non abbandona i suoi figli neppure nel momento in cui perdono tutto; che rimane loro vicino, a curarne le ferite e a promettere che ne guariranno, allora vale la pena condividerle, insieme alla speranza che nutriamo.
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