martedì 16 maggio 2023
Napoli per sempre. Feci tutto un giro da via Chiaia a via Toledo, su verso piazza Dante e la chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, poi ancora avanti. Non trovavo la strada, ma non volevo chiedere niente a nessuno. Sterzando a destra per via Stella lessi, all’angolo, “Vico Pero” e m’illuminai. Lenzuoli appesi alle finestre ad asciugare, piante, vasi, addobbi, stucchi secchi, balconi arrugginiti, motorini e Padre Pio. Cento occhi che ti guardano e, in qualche modo, ti guidano. In una di queste case vecchie, che sembrano sul punto di sbriciolarsi, morì Giacomo Leopardi, il più grande scrittore italiano moderno, insieme ad Alessandro Manzoni. Non si sa, non è certo, se i suoi poveri resti li portarono a Fuorigrotta, oppure no: tempo addietro si vociferò di un possibile esame del Dna di alcune ossa ritrovate nella stanza dove il poeta abitò gli ultimi giorni insieme all’amico Antonio Ranieri. In via dei Cimiteri un uomo in canottiera stava affacciato alla finestra che dava proprio sul vicolo fresco, profumato di basilico. Quante cose avrei voluto dirgli! Leopardi era finito qui. E quando scendeva giù verso il mare, molti lo sbeffeggiavano, si prendevano gioco di lui, considerandolo una specie di vecchio buffone rattrappito, anche se a soli trentanove anni aveva già composto La ginestra. © riproduzione riservata
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