“Boat people”, la Marina in Vietnam
mercoledì 26 febbraio 2020
Dignità, accoglienza, solidarietà, amicizia, libertà... Boat people: Missione in Vietnam ha offerto una lezione su tutto questo. Ma ancor prima del documentario andato in onda lunedì sera su History (canale 407 di Sky) è la storia raccontata a essere esemplare. Poi gli autori del lavoro prodotto da Stand By Me per A+E Networks Italia, in collaborazione con la Marina militare italiana, ci hanno messo del loro con una raccolta significativa di testimonianze, spesso commosse e commoventi, di ufficiali e marinai, oltre a un video esclusivo realizzato dalla nostra Marina per documentare il viaggio, nell'estate del 1979, degli incrociatori Andrea Doria e Vittorio Veneto, assieme al rifornitore Stromboli, verso il Mar della Cina per la prima missione internazionale di salvataggio in acque lontane. Le tre navi militari partirono per il Vietnam in soccorso dei cosiddetti boat people, i civili che scappavano dalla persecuzione del regime comunista attraverso l'unica via di fuga possibile, il mare. Ne salvarono più di 900, in gran parte bambini, in un'operazione che durò due mesi, portandoli in Italia dove vivono ancora oggi dopo essere stati accolti in modo trionfale all'arrivo a Venezia il 21 agosto 1979. Due di loro, To Cam e Nguyen Thi, allora ragazzine, sono tra i testimoni di questo eroico salvataggio per troppo tempo dimenticato. Eppure è una delle pagine più belle della storia recente del nostro Paese. «Io ero molto piccola, non potevo morire», dice Nguyen Thi. Ma senza l'intervento della Marina italiana non avrebbe avuto scampo e con lei non si sarebbero salvate le altre centinaia di persone ammassate in una sgangherata imbarcazione alla deriva nel mare in tempesta. Il documentario inquadra bene la vicenda nel contesto storico dell'occupazione del Vietnam del Sud da parte dei Viet Cong del Nord dopo il ritiro degli Stati Uniti da una guerra atroce e la firma di un precario trattato di pace. Ma soprattutto mette in evidenza una serie di valori a partire da quelli della marineria per cui «il marinaio non lascia nulla di intentato per chi è in pericolo in mezzo al mare». Dopo di che non si preoccupa di avere guanti e mascherine per far salire a bordo i profughi. Li abbraccia e basta.
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