Quattro comici con caratteristiche diverse, uniti dall’anagrafe per quanto riguarda il decennio di nascita (due di loro anche per la provenienza geografica), ma soprattutto dall’avere da un certo punto in poi fatto il cinema tutto da soli: scrittura, regia, recitazione e, di fatto, anche produzione. I quattro, in rigoroso ordine alfabetico, sono: Roberto Benigni, nato nel 1952 in provincia di Arezzo e cresciuto al Vergaio di Prato; Francesco Nuti, nato nel 1955 a Firenze e cresciuto anche lui a Prato; Massimo Troisi, nato nel 1953 a San Giorgio a Cremano nei pressi di Napoli e morto a Roma nel 1994; Carlo Verdone, nato nel 1950 a Roma. A loro è dedicato il docu-film I magnifici 4 della risata, prodotto da 3D Produzioni e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari, diretto da Mario Canale che lo ha scritto con Michele Anselmi, andato in onda venerdì in prima serata su Rai 3 e ora disponibile su RaiPlay. I magnifici 4 della risata è un viaggio nella comicità dal punto di vista dei modi: da quella di reazione (Nuti, Troisi e Verdone) a quella d’azione (Benigni), da quella aggressiva toscana a quella indolente napoletana. Ma I magnifici 4 della risata è anche un viaggio nelle vicende del mercato cinematografico a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta con i quattro in questione che diedero vita a una vera e propria industria del comico diventando campioni d’incasso per quasi vent’anni. Il documentario, affidandosi alla guida ironica di Emanuela Fanelli, racconta tutto questo con sketch, brani di film, interviste, testimonianze e la viva voce dei quattro, tanto che alla fine c’è un po’ di mestizia al pensare che Troisi se n’è andato troppo presto, a soli 41 anni, per problemi di cuore, e che Nuti da 17 anni, da quando ne aveva appena 51, è immobilizzato e non parla.
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