venerdì 20 giugno 2014


Sono
molto giovani e molto dinamici, i membri dell’associazione onlus «A Sud» (per
contatti: segreteria@asud.net), che si occupa da qualche anno di difesa dell’ambiente,
di studio e informazione sui vari disastri che mettono a rischio la salute dei singoli
e della natura nel nostro Paese – che è ancora un Bel Paese ma per quanto?
Presenti là dove c’è bisogno di studiare, denunciare, proporre, organizzare,
non si sono ancora istituzionalizzati e non sono ancora diventati famosi, non
hanno perso la spinta originaria e si spera che mai debbano perderla. «A Sud» agisce
in più realtà, studiando e nei limiti del possibile contribuendo a organizzare
la resistenza al disastro, per esempio in Terra di Lavoro (su problemi che i
lettori di «Avvenire» conoscono meglio di tutti quelli degli altri giornali,
grazie anche agli articoli di don Patriciello), in Abruzzo, soprattutto a Roma
e provincia cui sono dedicate due sue pubblicazioni recenti, >Monnezza Blues >e >Dallo sviluppo sostenibile alla
giusta sostenibilità
>. Quante volte non abbiamo visto associazioni partite bene
seguire la strada dell’autoaffermazione e della normalizzazione, finendo –
diciamo così– per metter su pancia? Quasi tutte, e troppe delusioni abbiamo provato
nel corso degli ultimi tre decenni per non essere oggi vaccinati di fronte alle
retoriche dei buoni propositi, alle pubblicità di quella parte del genere umano
che dice di sentirsi preoccupata per ciò che succede alla parte più aggredita e
indifesa, più povera e malmessa. Esse ci sembrano oggi semplicemente la
conferma dell’umana propensione all’ipocrisia e alla difesa, sotto falsi nomi,
del «particulare». È ovvio che il «sistema», il «potere», chi insomma controlla
la «borsa», è sempre interessato a neutralizzare chi può creargli inciampi, e
nel caso delle associazioni benefiche, a combatterle o a ridurle a miti consigli
corrompendole nei mille modi che gli sono possibili, primo fra tutti quello
della sopravvivenza economica. Auguriamoci che il caso di «A Sud» sia diverso,
felici di constatare che, finora, così è. Si è anche felici di constatare che –
non succede spesso! – il direttivo dell’associazione è composto per la maggior
parte di giovani donne.

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