Il falco Piccolo e il cane Bella: due storie di amicizia
lunedì 14 aprile 2014
È un uomo di poche, pochissime parole il nonno di Salvatore. Pugliese doc, saggio, di un’eleganza innata, fa il liutaio ma tutti lo chiamano professore. Nella sua grande casa il bambino passa le tre settimane estive delle ferie dei genitori. Poi tutti se ne tornano al paese, nel profondo nord, in Veneto. Ma quell’estate – Salvatore ha dieci anni – poco prima della partenza, il nonno gli fa un regalo speciale, senza immaginare che
quel dono cambierà la vita del nipote: un falco, che il bambino chiama Piccolo. I due imparano a conoscersi e a convivere, diventando in breve inseparabili. Piccolo è una novità, una stranezza che lascia stupiti tutti,
dalla banda di ragazzini amici di Salvatore, ai parenti, agli adulti del paese. Salvatore studia, per capire come trattarlo, lo addestra, ne osserva le reazioni e lo esibisce con orgoglio, senonché un giorno il falco vola libero e sparisce. Ma quello, che al bambino sembra un dolore insuperabile, sarà solo l’inizio di una passione per l’arte della falconeria che lo accompagnerà per la vita. Accanto altri rapaci, in viaggio in altre parti del mondo. Una scelta che gli permetterà di superare fragilità e paure, di volare alto, mai appagato dei propri traguardi, in continua ricerca. Pellegrino, proprio come il falco. Scrive con immediatezza questa fresca e a tratti commovente storia di vita intitolata Io e il falco Cristina Bellemo per l’editore Rizzoli. Dai 12 anni
È un cane invece ciò che più desidera Petra. Neppure i bei voti ottenuti agli esami di terza media hanno fatto breccia nella decisione dei suoi. Un cane in casa è vietatissimo. Al cuore di Petra, però, non si può comandare, perciò quando passeggiando nel parco con l’amico Nino incontra una cucciolotta, una specie di spinone tinta caffelatte che sembra randagia, vorrebbe portarla a casa. Ma quella, si scoprirà, è Bella, la cagnolina salvata da morte certa in un canale da Gustavo, l’anziano, scontroso e malconcio che vive con lei da barbone nel parco. Petra è intenerita da quest’uomo, tenta di parlargli, vorrebbe aiutarlo e magari tenergli il cane per un po’. Un giorno davanti alla mensa dei poveri Gustavo le affida stranamente Bella e sparisce senza lasciare traccia. I ragazzi decidono di indagare nel parco e di scoprire dove è finito il vecchio. Impossibile dire di più: Bella e Gustavo è una storia frutto della fantasia di Zita Dazzi, giornalista e scrittrice, ma ispirata a una vicenda realmente accaduta, l’inverno di qualche anno fa a Milano. Pubblica il Castoro (14,50 euro) per lettori dai 12 anni in su.
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