Uno scambio di cortesie
Il mio primo incontro con il signor Kenobi risale al 10 novembre 1989, vigilia esatta della caduta del Muro di Berlino.
Il mio primo incontro con il signor Kenobi risale al 10 novembre 1989, vigilia esatta della caduta del Muro di Berlino. C’è uno scontrino che lo dimostra. Ero entrato nella Libreria Garzanti in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano, per cercare un volumetto pubblicato qualche anno prima da un piccolo editore che aveva fama di raffinatezza. Già allora sapevo come muovermi. Sono le soddisfazioni minime del bibliofilo, le innocue rivincite che la curiosità si prende sul caos del mondo. Non mi sbagliavo: il libro c’era, l’unica copia era nelle mie mani, mi stavo avvicinando alla cassa. In quel momento il signor Kenobi entrò nel negozio e, nel suo italiano lievemente meccanico, chiese al commesso se per caso non avessero il tal libro, lo stesso del quale mi ero appena impossessato. «Ecco – dissi d’istinto –, se le interessa glielo lascio volentieri». Il signor Kenobi mi guardò più ammirato che stupito. In seguito, mi avrebbe rivelato di aver subito intuito il mio ragionamento: in quanto straniero di passaggio in Italia, lui godeva di un particolare privilegio, che avevo avuto la bontà di riconoscergli. «È stata prima e l’unica volta in cui sono stato superato in cortesia da una persona che non fosse nata in Giappone», aggiunse. Ancora oggi, non sono sicuro che fosse un complimento.
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