Il nostro Dio, che trasfigura il dolore in urlo di vita
“La voce del Signore è sopra le acque”, così scandisce il salmo 29 mentre fuori diluvia. Paura e meraviglia questa tempesta. Penso al nostro Dio, che tiene anche questo terribile temporale sul palmo delle sue mani, questo Dio seduto al bordo dell’Infinito che raccoglierà tutte le lacrime, nostre e delle persone che amiamo

“La voce del Signore è sopra le acque”, così scandisce il salmo 29 mentre fuori diluvia. Un lampo illumina a giorno il bosco e un rombo squarcia il silenzio “tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque”. Corro a staccare l’interruttore generale, tutto si fa buio. Dicono che molti anni fa, in questa casa che abito, una donna anziana sia morta proprio a causa di un fulmine: i vecchi del paese me l’hanno ripetuto mille volte. Una natura che può far morire. Staccare il cordone ombelicale con l’energia elettrica è come salpare con una scialuppa di salvataggio in mezzo all’oscurità del mare aperto dopo un naufragio, ci sente in salvo ma soli, e impotenti.
Altro lampo, ennesimo tuono, tutto trema: “la voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza, la voce del Signore schianta i cedri, schianta il Signore i cedri del Libano”, paura e meraviglia questa tempesta, mi sento piccolo, minimo, in balia degli eventi atmosferici ma, con il salmista, cerco la potenza della Sua voce nel rombo del tuono, nel lampo elettrico che ferisce il cielo. Penso a chi sta vivendo un periodo di crisi, penso a quando la vita fa paura, penso a quando gli eventi sembrano rovesciarsi addosso con esagerata violenza, penso e prego con loro, in questo tentativo di rintracciare l’Onnipotente presente nel fascinoso e tremendo. “La voce del Signore saetta fiamme di fuoco”. Guardo oltre il vetro della finestra, tento di decifrare la scrittura del Creatore nel buio che mi si para davanti, un Dio che scrive a fuoco. Penso che ogni storia sia segnata da cicatrici, da ustioni. Forse per comprendere la grammatica di Dio bisognerebbe riuscire a ripercorrere il solco lasciato da quegli sfregi, scendere in profondità di quei tagli e imparare a rinvenire lì il pianto commosso di un Dio che ha scritto compassione nel nostro dolore, che lo ha condiviso fino in fondo, che non ci ha mai abbandonato. Forse fiamma di fuoco è la sua lingua che brucia d’amore per noi. Forse per resistere a certi dolori, per mettere argine alla disperazione, serve che l’Amore saetti promesse incandescenti. Forse la Croce è un Alleanza sancita con il sangue e con il fuoco.
“La voce del Signore provoca le doglie alle cerve e affretta il parto alle capre”. Grazie a queste parole il boato che fa tremare i vetri sembra il grido di una natura partoriente, immagino gli animali nel fitto dei castagni, immagino la vita che mi circonda, sento che continuamente partorisce vita alla vita, penso che tutti noi siamo partoriti al mondo da un grande dolore, e che quel primo parto sia solo l’inizio di una serie di nascite. Il dolore che provoca le doglie alle cerve è voce di Dio, Dio non è il dolore, Dio non manda il dolore, ma può trasfigurare il dolore da vuoto grido di ribellione a materno liberatorio urlo di vita. “Il Signore è seduto sull’oceano del cielo”, guardo il buio, imploro la notte, il vento sembra voler sradicare gli alberi intorno alla casa, metto gli occhi nella tenebra e provo a vedere questo Dio seduto sull’oceano del cielo, questo Dio che tiene anche questo terribile temporale sul palmo delle sue mani, questo Dio seduto al bordo dell’Infinito che raccoglierà tutte le lacrime, pioggia dei cuori, delle persone che amo, delle persone che si sentono in balia degli eventi, degli uomini e delle donne che stanno morendo nel ventre di un temporale esistenziale. “Il Signore siede re per sempre, il Signore darà potenza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace”, passeranno tempeste e terremoti, ne arriveranno altri, Il Signore è re, lui rimane, e ci darà la potenza, la forza per resistere, perché lui è il Signore della storia, la sua benedizione non è lampo ma sole che non tramonta. Il temporale intanto si è allontanato, rimane solo una pioggia leggera, calma, decido di rimanere al buio, Dulcinea, il mio cane, salta sul letto, mette il muso sui miei piedi, “il Signore benedirà il suo popolo con la pace”, chiudo gli occhi… Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio. E ora. E sempre. Nei secoli dei secoli. Amen.
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