TUTTE LE NASCITE
Il Natale è la nascita assoluta che riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite di prima e tutte le nascite di poi. Ogni uomo che venga alla luce ripete il miracolo del Natale di Cristo; perché è Dio che decide quella nascita; è Lui che vuole quella vita. È proprio ciascuna di quelle nascite, ciascuna di quelle vite, nessuna esclusa, che l'ha spinto da sempre a incarnarsi.
Per il nostro augurio natalizio abbiamo voluto lasciare alle spalle la coreografia tradizionale: non mancano testi letterari e spirituali che si affidano a stelle, nevi, pastorelli e zampogne per dar vita al presepio, un simbolo per altro caro a tutti. Questa volta abbiamo dato spazio a una citazione "pesante", un paragrafo "teologico" desunto dal libro La maestà della vita (Rizzoli 1982) di Giovanni Testori, il noto scrittore lombardo morto nel 1993. È molto suggestiva la fusione che egli compie tra la «Nascita assoluta» ed emblematica di Cristo e tutte le altre nascite.
Gesù è nato, cioè ha voluto avere un inizio come tutte le sue creature, lui che era eterno, proprio per condividere con noi il tempo, la storia, la carne. E come tutti noi ha scelto di avere una fine, una morte. Ha compiuto questo per deporre in tutte le nascite e in tutte le morti, con la sua presenza, un seme divino. Come scrive Testori, il Natale del Figlio di Dio «riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite», tutte le vite. Dobbiamo amare, allora, la vita dei viventi, da chi ora nasce fino a chi muore perché in essa si celebra un'epifania di Dio, uno svelamento della sua condivisione con la nostra realtà, una rivelazione del suo amore.
Per il nostro augurio natalizio abbiamo voluto lasciare alle spalle la coreografia tradizionale: non mancano testi letterari e spirituali che si affidano a stelle, nevi, pastorelli e zampogne per dar vita al presepio, un simbolo per altro caro a tutti. Questa volta abbiamo dato spazio a una citazione "pesante", un paragrafo "teologico" desunto dal libro La maestà della vita (Rizzoli 1982) di Giovanni Testori, il noto scrittore lombardo morto nel 1993. È molto suggestiva la fusione che egli compie tra la «Nascita assoluta» ed emblematica di Cristo e tutte le altre nascite.
Gesù è nato, cioè ha voluto avere un inizio come tutte le sue creature, lui che era eterno, proprio per condividere con noi il tempo, la storia, la carne. E come tutti noi ha scelto di avere una fine, una morte. Ha compiuto questo per deporre in tutte le nascite e in tutte le morti, con la sua presenza, un seme divino. Come scrive Testori, il Natale del Figlio di Dio «riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite», tutte le vite. Dobbiamo amare, allora, la vita dei viventi, da chi ora nasce fino a chi muore perché in essa si celebra un'epifania di Dio, uno svelamento della sua condivisione con la nostra realtà, una rivelazione del suo amore.
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