Quello che dice la cenere di Mercoledì

E mercoledì, già le Ceneri. Ho in mente questo giorno, da bambina. Si era verso fine febbraio, e già nell’aria era cambiato qualcosa
March 2, 2025
Emercoledì, già le Ceneri. Ho in mente questo giorno, da bambina. Si era verso fine febbraio, e già nell’aria era cambiato qualcosa. Slacciavamo il cappotto, nelle giornate di sole, e al mattino quando andavo a scuola il cielo era già chiaro. Sull’asfalto, gli ultimi coriandoli. Noi non si capivano, a dieci o dodici anni, quelle parole: “Memento quia pulvis es, et in pulverem reverteris”. Certo, ce l’avevano spiegato, a catechismo. E docilmente in fila dunque noi bambine ci facevamo imporre la cenere sui capelli, e uscivamo a capo chino dalla chiesa. Ma, appena fuori, l’un l’altra ridendo ci spolveravamo la testa di quella polvere bianca; i nostri bei capelli scuri, o biondi, o rossi, in fretta li liberavamo da quel velo da vecchie. Polvere, noi? Ci pareva incredibile quella formula, cui pure sottostavamo per rispetto in chiesa. Polvere noi, via, assurdo. Le più piccole erano bambine, le tredicenni appena donne, ma ancora portavano la gonna scozzese e i calzettoni. Sembrava fra noi sul sagrato così assurda, l’idea di poter tornare polvere. E il nostro rincorrerci nella piazza doveva sembrare, se qualcuno da una finestra ci guardava, simile al rincorrersi delle rondini in un tramonto d’estate. Mi rivedo in quel gruppo di ragazzine, incredula che siano già passati cinquant’anni. Sui capelli ingrigiti la cenere non si noterà, e non la toglierò con una mano. Ora, la cenere di questo Mercoledì mi dice quello che so perfettamente. Eppure, non mi immalinconisce. Comincio a pensare alla morte non più come a una cesura crudele, come quando ero giovane. Quasi, invece, una misericordiosa sconosciuta che per strada ti si affianchi, e che tu prendi a seguire, perché l’ora; perché ti porta al tuo destino. Che non è la spaventevole apparenzadi certi cimiteri delle grandi città – interminabili pareti di loculi uguali. Io non immagino così la mia morte. Di una cosa almeno sono certa. Ci ritroveremo, vivi, “nell’eterno presente di Dio”, come disse Benedetto XVI. E ci sarete tutti voi che ho amato, e anche quelli che avrei voluto amare; e anche voi due bambini, perduti prima che nasceste. Ci sarà perfino il mio vecchio cane, e correrà come quando era cucciolo. So che su questo molti mi contesteranno. Ma in queste Ceneri io sono tranquilla, finalmente: nulla del bene voluto andrà perduto.  

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