Vitalizi, cosa sono e cosa prevede lo stop al taglio introdotto nel 2018

Attesa per domani la sentenza sul ricorso presentato da 900 ex deputati contro la “delibera Fico”, un pronunciamento che potrebbe mettere la parola fine al totem grillino
July 15, 2025
Vitalizi, cosa sono e cosa prevede lo stop al taglio introdotto nel 2018
ANSA |
Nella serata di mercoledì, in anticipo di un giorno rispetto a quanto previsto, il Collegio di Appello della Camera dei deputati ha confermato il taglio dei vitalizi stabilito con la delibera-Fico del 2018. La decisione- si legge in una nota - è stata assunta dall'organismo composto dai deputati Ylenja Lucaselli, Ingrid Bisa, Marco Lacarra, Pietro Pittalis e Vittoria Baldino. Sono state inoltre confermate le misure di mitigazione per gli ex parlamentari colpiti dai tagli del 2018, già introdotte dall'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura, in attuazione di sentenze parziali adottate dagli organi di tutela di quella legislatura. L'attuale situazione complessiva riguardante il ricalcolo dei vitalizi e le relative misure di mitigazione rimane quindi invariata, conclude la nota. Esulta Giuseppe Conte, leader di M5s: «Abbiamo ottenuto un risultato importante su una nostra storica battaglia. C’erano 1.400 ex deputati che volevano rimettersi in tasca i vitalizi. Fateci caso - conclude Conte -, quando il M5s non può decidere i privilegi ritornano, come successo al Senato che ha ripristinato i vitalizi e noi non eravamo nel collegio che decideva».
Totem grillino per antonomasia, simbolo della politica anti-casta, il taglio dei vitalizi ai parlamentari rischiava di essere definitivamente cancellato con l’attesa sentenza del Collegio, tribunale di secondo grado interno a Montecitorio. A ricorrere erano stati 800 ex deputati guidati (e assistiti) dall’ex parlamentare di FI Maurizio Paniz.
La storia è lunga. Già nel 2011 il governo Monti intervenne sui vitalizi, adeguando il trattamento pensionistico dei parlamentari a quello previsto per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, ovvero calcolando l’assegno in base ai contributi effettivamente versati durante il mandato. La norma, però, riguardava deputati e senatori eletti dopo il primo gennaio 2012, mentre per quelli già in carica fu applicato un sistema misto, con una quota di vitalizio maturato fino al 31 dicembre 2011 e un’altra riferita agli anni di mandato successivi (calcolata su base contributiva).
Nel 2018 una delibera dell’allora presidente di Montecitorio, Roberto Fico, ha esteso il sistema contributivo anche ai vitalizi già in essere e maturati con il vecchio calcolo. Ed è questo il provvedimento oggetto del maxi ricorso degli ex deputati, per la maggior parte più giovani di quelli che nel 2022 hanno già beneficiato di una sentenza della Consulta che di fatto ha azzerato la stessa delibera (ma con effetti che hanno riguardato soprattutto il Senato e solo in minima parte anche la Camera).
Paniz resta convinto che la delibera Fico sia «un intervento per penalizzare una intera categoria in contrasto con tutti i cittadini italiani» e stima tagli sugli assegni compresi tra il 35% e l’86%. Tra i ricorrenti c’erano nomi piuttosto noti: da Paolo Guzzanti a Ilona Staller, dagli ex sindaci di Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino al primo cittadino di Imperia, Claudio Scajola.
La decisione assunta ieri sera dalla “giustizia” di Montecitorio toglie loro la possibilità di vedersi rimpinguati i vitalizi. Ma considerando quanto è lunga la telenovela, non è detto che sia stata l’ultima puntata.

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