Mattarella alle giovani toghe: «Non date spunti per attacchi strumentali»
Rivolto ai tirocinanti al Quirinale chiaro riferimento alle parole del sottosegretario Delmastro che aveva parlato di magistrati «mafiosi», in replica alle affermazioni in chat del giudice Patarnello

Quelli nei confronti dei giudici «sono attacchi strumentali intentati per cercare di indebolire il ruolo e la funzione della giurisdizione e per rendere inopportunamente alta la tensione tra le istituzioni». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri ha incontrato al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio.
Il capo dello Stato chiede alle giovani toghe «rigore morale e professionalità elevata», proprio per non prestarsi a questi attacchi «strumentali», volti a delegittimare la magistratura da parte del potere politico.
Il riferimento, chiarissimo, non può che essere alle parole del sottosegrettario Andrea Delmastro che, nel commentare un’affermazione del giudice Marco Patarnello (il quale in una chat di colleghi, venuta poi alla luce, aveva definito l’operato di Meloni «più pericoloso» di quello di Silvio Berlusconi), aveva detto: «Questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati». Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Cesare Parodi, aveva risposto che quelle del sottosegretario erano parole «gravi, che trasmettono un’immagine della magistratura completamente errata»
Per questo, giudici e pubblici ministeri «hanno il dovere di essere e di apparire irreprensibili e imparziali in ogni contesto, anche nell’uso dei social media, con la consapevolezza che, nei casi in cui viene fondatamente posto in discussione il comportamento di un magistrato, ne può risultare compromessa la credibilità della magistratura», ha ammonito Mattarella.
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