La commissione Ue spinge ancora sul Mes. Pressioni sull'asse Mattarella-Fitto
L'Italia è l'unica a non aver aderito. La questione, posta nell'incontro del capo dello Stato con i commissari a Bruxelles lo scorso 21 maggio, è emersa solo ora dalla lettura del verbale
Durante la riunione del collegio dei commissari europei del 21 maggio scorso, che ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'esecutivo comunitario ha sollevato anche il tema della riforma del Meccanismo di stabilità e dell'importanza che sia ratificato il trattato rivisto anche da parte dell'Italia.
La cosa è emersa solo ora dal verbale dell'incontro che ricorda come la presidente della Commissione Ue abbia accolto «calorosamente» Mattarella sottolineando come abbia «costantemente dimostrato un profondo impegno per l'Europa e un forte desiderio di porre l'Italia al centro del progetto comune».
Nel registro della riunione si annota però come tra i temi trattati sia emersa «l'importanza di finalizzare l'Unione finanziaria, con l'entrata in vigore del trattato rivisto del Meccanismo Europeo di Stabilità».
Il trattato rivisto del Mes è stato già ratificato da tutti i 19 Stati dell'Eurozona già aderenti al trattato originario, ma non dall'Italia. Tra i tanti apprezzamenti per il ruolo svolto dall'Italia nell'Ue, la mancata ratifica del trattato di riforma del Mes, riforma che l'Italia ha negoziato sotto il governo Conte uno e poi firmato sotto il Conte due, è stata quindi esplicitamente menzionata nel corso della discussione che ha fatto seguito al discorso pronunciato dal Capo dello Stato davanti ai commissari. Un discorso per molti versi storico, di sprone all’Unione, da presidente più “longevo”, ad andare avanti con coraggio nel progetto di integrazione. Nel dibattito immediatamente successivo, annota il verbale, è emersa la questione. Dopo la firma del trattato rivisto da parte del ministro dell'Economia del Conte due, l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri (negoziato in gran parte sotto il Conte uno, con Giovanni Tria), i due governi che sono venuti dopo, il governo Draghi e il governo Meloni, non sono riusciti a portare la riforma alla ratifica in Parlamento, per problemi politici nelle rispettive maggioranze. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha ripetutamente fatto presente, nelle riunioni dell'Eurogruppo, che nel Parlamento italiano non c'è una maggioranza che sostenga la ratifica. Tutti gli altri Paesi membri dell'area euro (il Mes non è un provvedimento della Ue come istituzione, ma intergovernativa) hanno ratificato la riforma.
Ma in Europa, pur comprendendo le difficoltà politiche della materia, i partner si attendono che l'Italia onori gli impegni che ha preso come Paese, a prescindere dai governi. Al punto che la questione, già affrontata più volte a livello di Eurogruppo, è emersa al massimo livello istituzionale, durante la visita del presidente della Repubblica a Bruxelles. Un tema che torna ora in agenda sull’asse fra il Quirinale e il vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto, arrivato a Bruxelles in forza dell’indicazione forte di Palazzo Chigi, ma forte di un avallo venuto, sul suo nome anche dal Partito popolare europeo e dallo stesso Mattarella, legato a Fitto da rapporto antico di reciproca conoscenza e stima.
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