La Cassazione "boccia" i Cpr albanesi. In arrivo nuovo decreto flussi

Nuovo affondo dei giudici sui centri in Albania, dubbi sul rispetto della Costituzione. Il governo: andiamo avanti. Oggi forse in Cdm il nuovo provvedimento che regolarizza l'ingresso degli strani
June 29, 2025
La Cassazione "boccia" i Cpr albanesi. In arrivo nuovo decreto flussi
Ansa | Uno dei cpr in Albania
Il fronte immigrazione è sempre più caldo ed innesca, di nuovo, lo scontro tra toghe e politica dopo il nuovo affondo della Corte di Cassazione contro un provvedimento del governo. Questo alla vigilia del possibile approdo oggi in Cdm del nuovo decreto flussi, con cui vengono definite le quote di ingressi di migranti regolari. Il nuovo dpcm dovrebbe consentire 500mila arrivi per il triennio 2026-2028, 164.800 ingressi l'anno tra lavoratori stagionali e non, colf e badanti. La Suprema Corte, dopo le critiche espresse sul decreto sicurezza, ha sollevato infatti anche «dubbi di costituzionalità» sul protocollo d'intesa siglato con l'Albania.

La relazione della Suprema Corte

Nel dettaglio la relazione getta ombre sull'accordo tra Roma e Tirana mettendo in discussione la compatibilità del Protocollo con «la Costituzione, ma anche con il diritto internazionale e quello dell'Unione Europea». Tra i punti contenuti nelle 40 pagine di relazione dei giuristi della Cassazione si mette in guardia da «numerose possibili violazioni dei diritti costituzionali, da quello alla salute a quello di difesa». Secondo la Suprema Corte, poi, l'intesa sarebbe d'ostacolo al diritto di asilo. Non ci sarebbero - secondo i giudici - indicazioni necessarie per neutralizzare «il dislivello giuridico derivante dalla extraterritorialità, assicurando ai migranti condotti nei siti albanesi eguali garanzie rispetto ai migranti in territorio italiano».

Le reazioni della politica

Giudizi questi che, come per il testo sulla sicurezza, finiscono al centro dello scontro politico. La maggioranza ed il governo infatti hanno respinto al mittente le accuse, aggiungendo che il governo andrà avanti. «Mentre in Europa l'approccio del governo Meloni al contrasto dell'immigrazione irregolare viene adottato come modello di riferimento, in Italia alcuni organi giurisdizionali sembrano più impegnati a ostacolarne l'azione», le parole del ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti alla notizia domenica della relazione della Cassazione. «Il governo Meloni - ribadisce l'esponente di FdI - andrà avanti». Mentre il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sostiene che quello della Cassazione è «un esercizio connotato da una forte impostazione ideologica».
Non la pensano così i partiti dell'opposizione. Parole «pericolose», sostengono dal Pd secondo cui il titolare del Viminale «ha perso il senso dello Stato», aggingendo che «l'azione della magistratura risponde al dettato della nostra Costituzione, non al potere esecutivo». Parole dure anche da Avs: «Il governo vuole smantellare gli organismi di garanzia costituzionale». Il Movimento Cinque Stelle invece invita «Meloni e soci a prendere atto del fatto che la Corte suprema ha raccolto un'ampia dottrina che solleva pesanti dubbi sulla compatibilità tra il progetto del governo e la Costituzione».

La prima presidente della Cassazione Cassano

A ministri, in primis il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ed esponenti della maggioranza stupiti dall’«invasone di campo» della magistratura, risponde in una intervista al Corriere della Sera la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano. «Sono sinceramente stupita dello stupore» del ministro Nordio, dice. Quella del Massimario è una «analisi di tipo tecnico-scientifico che mettiamo a disposizione di tutti i giudici per migliorare complessivamente la qualità dell'interpretazione delle leggi - aggiunge - Nel merito delle relazioni non voglio entrare. I giudici della Corte si pronunceranno quando arriveranno ricorsi che dovessero prospettare problemi di applicazione delle nuove leggi. Non c'è alcun condizionamento perché da queste relazioni non deriva alcun automatismo».
Le critiche nel merito sono «legittime - precisa - ci mancherebbe. Prima di accusare bisognerebbe conoscere il complesso delle attività che istituzionalmente fanno capo alla Cassazione. Non c'è invasione di campo. Noi rispettiamo profondamente la politica, il Parlamento e il governo, ma ci auguriamo che altrettanto rispetto sia nutrito nei confronti della magistratura».

La bozza del decreto flussi

Il nuovo decreto flussi, secondo le ultime bozze circolate, prevede altri 500mila ingressi di lavoratori stranieri in 3 anni. Dopo i 450mila del triennio 2023-2025, in particolare si stabiliscono 164.850 quote per il 2026, 165.850 per il 2027 e 166.850 per il 2028. Il dpcm si propone l'obiettivo di correlare l'entità dei flussi di ingresso al fabbisogno del mercato del lavoro, in coerenza «con la capacità di accoglienza e di inserimento dei lavoratori stranieri nelle comunità locali», si legge nella bozza. Per lavoro subordinato non stagionale e per lavoro autonomo sono ammesse 76.850 persone per ciascuno dei tre anni. Colf e badanti sono ammesse nell'ordine di 13.600 unità per il 2026, 14.000 per il 2027 e 14.200 per il 2028. Per lavoro stagionale le quote sono: 88.000 il 2026, 89.000 per il 2027 e 90.000 per il 2028. Col governo Meloni, dunque, sono quasi un milione in sei anni gli ingressi di lavoratori stranieri autorizzati. Ma nella realtà i numeri effettivi sono sensibilmente più bassi.
Dall'ultimo monitoraggio della campagna Ero Straniero emerge che nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal governo si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari: sono state 9.331 le domande per l'ingresso di lavoratrici e lavoratori finalizzate presso le prefetture italiane su un totale di 119.890 quote assegnate nel corso dell'anno. Nel 2023 la percentuale era stata del 13% (16.188 pratiche concluse a fronte di 127.707 quote assegnate). Quanto al rilascio materiale del permesso di soggiorno da parte delle questure, rispetto ai flussi 2023 a un anno dai click day, i permessi effettivamente concessi sono stati 9.528, con un tasso di successo della procedura rispetto alle quote che si abbassa al 7,5%.

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