Ilaria Salis salva per un voto: come sono andate le cose al Parlamento europeo
di Giovanni Maria Del Re Bruxelles
Confermata l'immunità per l’eurodeputata italiana, che esulta: «Una vittoria per la democrazia e l’antifascismo». Ira della destra: Salvini parla di «vergogna»

Ilaria Salis è salva, ma davvero per il rotto della cuffia: per un solo voto (306 sì e 305 no più 17 astenuti) l’Assemblea plenaria del Parlamento Europeo riunita a Strasburgo ha approvato la relazione della Commissione affari giuridici. Una relazione che raccomandava di rifiutare la richiesta delle autorità ungheresi di revoca dell’immunità, peraltro anch’essa approvata con un solo voto di maggioranza. La Commissione europarlamentare aveva di fatto riscontrato un “fumus persecutionis” da parte delle autorità ungheresi nei confronti dell’italiana.
“Il testo è approvato, l’immunità di Ilaria Salis non sarà revocata” ha annunciato la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. A favorire Salis è stato anche il fatto che il voto, in questi casi solitamente per alzata di mano, è avvenuto invece in modo segreto su richiesta della sinistra. A suo favore anche il fatto che un centinaio di eurodeputati era assente: secondo varie fonti parlamentari, una più massiccia affluenza avrebbe favorito invece il no alla relazione aprendo il via libera alla revoca dell’immunità. Peraltro, non sono mancate contestazioni: un eurodeputato ungherese ha sostenuto che un suo collega del Ppe non avrebbe potuto votare, falsando il voto. Metsola ha però rifiutato di ripetere la votazione.
“Questo voto – ha dichiarato Salis - è una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto e l'antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte". “Non si tratta di difendere una persona ma il diritto di tutte e tutti a un processo giusto e non condizionato da pressioni politiche dichiarate e inaccettabili – ha dichiarato pure l’eurodeputato Pd Brando Benifei - una bella giornata per chi crede nella giustizia". Durissimo invece il leader leghista Matteo Salvini. “Accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali – ha tuonato via Social network - e altre condotte criminose in concorso con altri, all'interno di un'organizzazione criminale. Ma col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di 'centrodestra' ha votato per salvare la signora Salis dal processo. Vergogna!".
A salvare Salis molto probabilmente sono stati eurodeputati popolari. In mattinata, il presidente del Ppe e del gruppo al Parlamento Europeo, Manfred Weber, aveva affermato che la linea popolare era di consentire la revoca dell’immunità per ragioni “giuridiche”, in quanto “il reato contestato è avvenuto prima che fosse eletta europarlamentare”. Un monito a non approvare la relazione a favore di Salis era giunto anche dall’eurodeputato del Partido Popular spagnolo Adrian Vazquez Lazara, responsabile per il Ppe del dossier alla commissione giuridica: “se i politici che si considerano difensori dello Stato di diritto oggi votano per mantenere l'immunità di Ilaria Salis, allora violano lo Stato di diritto” aveva affermato. Nei giorni scorsi aveva parlato anche dei rischi di un ricorso alla Corte di giustizia europea. Una parte del gruppo, a quanto sembra di capire, invece non ha seguito questa linea.
Compatta, sembrerebbe, la destra, decisamente ostile all’eurodeputata italiana. Soprattutto, ovviamente, il gruppo dei Patrioti, cui aderisce la Lega e di cui fa parte Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orbán. Sostanzialmente compatto si dice sia stato anche il gruppo dei Conservatori, di cui fa parte FdI. “Voteremo per la revoca dell'immunità di Ilaria Salis – aveva annunciato prima della seduta Nicola Procaccini, di Fdi e co-presidente del gruppo dei Conservatori - lei è stata candidata per un solo motivo, sfuggire alle sue responsabilità, ma noi riteniamo che questo posto non sia un rifugio per chi scappa da reati che per altro non sono connessi all'attività di deputato. Sappiamo che è un voto in bilico, ma chi crede veramente nello Stato di diritto voterà a favore della revoca". Questa, aveva invece dichiarato prima del voto il copresidente del gruppo della Sinistra (cui aderisce Salis) Martin Schirdewan “è una persecuzione politica: tutti i democratici di quest'Aula devono proteggerli".
Il riferimento è anche all’altro importante voto di ieri, quello sulla richiesta di revoca dell’immunità di Peter Magyar, il principale oppositori di Orbán e dato ampiamente in testa nei sondaggi: la relazione che sconsigliava la revoca è stata ampiamente approvata. Salvo anche lui.
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