Giustizia, il governo accelera sul referendum: si voterà a marzo

Ipotesi domenica 29. Urne aperte due giorni. Sondaggi dicono che i sì sono avanti di dieci punti. Nordio: subito dopo la riforma del processo penale
December 22, 2025
Giustizia, il governo accelera sul referendum: si voterà a marzo
Il ministro della Giustizia Nordio e la premier Meloni
Nelle telefonate più riservate tra palazzo Chigi e via Arenula, la roccaforte del ministero della Giustizia, si ragiona sugli ultimi sondaggi. E gli ultimi sondaggi parlano chiaro: se si votasse oggi ci sarebbero quasi dieci punti a favore della Riforma della Giustizia targata Nordio. Ma quando si vota? Per ora non ci sono certezze, c'è la volontà di decidere presto e di votare entro marzo. Non è però un percorso facile. La data dovrebbe essere indicata nelle prossime ore dal Consiglio dei ministri ma la decisione ancora non c'è. E nel Consiglio dei ministri di oggi sul tavolo ci sarebbe solo la norma che modifica da una a due, domenica e lunedì, le giornate di voto. Ecco la prima certezza: gli italiani avranno due giorni per esprimere il proprio voto al referendum. Poi tante incognite. La data non c'è. Salvini nei "faccia a faccia" con il suo stato maggiore spingeva per domenica primo marzo ma nel governo ci sono più voci e più date. Scontro politico? Nordio chiarisce: «Il primo chiarimento arriva dal ministro Nordio: «Nessuno scontro politico, il problema è tecnico». Ma anche il Guardasigilli scommette su un voto a marzo. Si prova a correre senza però rischiare incidenti di percorso. Uno di questi è rappresentato dai possibili ricorsi, come sottolineato dal Viminale, nel caso in cui non venisse rispettato l’intervallo di tre mesi dal decreto di indizione. In tal senso, la data perfetta sarebbe il 29 marzo. Ma quando? Oggi quasi certamente no e allora tutti aspettano l'ultimo Cdm dell'anno, il 29 dicembre.
La parola poi passerà al Quirinale che dovrà indire formalmente il referendum che - conti alla mano - dovrebbe svolgersi - come dicevamo - nella seconda metà di marzo. Una roadmap che, però, potrebbe slittare ancora - scombussolando i piani del governo - per l'iniziativa di 15 cittadini che il 19 dicembre hanno depositato presso la cancelleria della corte di Cassazione un nuovo quesito relativo sulla riforma annunciando la volontà di raccogliere le 500 mila firme necessarie. I firmatari - ex magistrati, avvocati, un medico e alcuni docenti - lanciano un appello ai comitati del No, quello delle toghe e quello della società civile, per chiedere un sostegno nella raccolta delle sottoscrizioni. Il quesito posto all'attenzione dei Supremi giudici si differenzia da quello che ha già ottenuto il via libera il 18 novembre scorso in quanto vengono elencate tutte le modifiche al dettato costituzionale.  Si aspetta il referendum e si guarda avanti. «Quando avremo chiuso la parentesi del referendum, che mi auguro essere confermativa, metteremo subito mano al processo penale», ripete Nordio che spiega: «'Stiamo lavorando per un nuovo codice di procedura penale che enfatizzi i momenti del garantismo... Teniamo conto che oggi in Italia ci sono più di 15mila persone in detenzione che non scontano una condanna definitiva e buona parte di queste poi viene scarcerata perché la loro detenzione si manifestava ingiustificata. Su questo profilo sarà ancora più necessario intervenire successivamente, come noi abbiamo intenzione di intervenire proprio per limitare il più possibile la carcerazione preventiva».

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