Ecco Pontida 2025: nel nome di Kirk, tra radici nordiste e Opa di Vannacci
Salvini al raduno dei giovani con i calcoli renali, domenica la giornata clou del raduno. Con lui il generale, i governatori e gli alleati dell’estrema destra europea

«Nulla sarà più come prima», ha detto Matteo Salvini, nel presentare l’evento. Certo non poteva prevedere di dover fare i conti con i calcoli renali. Ma alla fine è riuscito a farsi vedere, nel pomeriggio riservato ai giovani leghisti. E domenica, nella giornata clou, ci sarà: «Ci vediamo a Pontida», ha infatti assicurato il vicepremier e segretario della Lega in un messaggio postato sui social poco prima che fosse annunciata la sua indisposizione. In realtà, per riprendere il suo proclama, quasi nulla sarà come prima, perché resta sempre il prato di Pontida, la location, di un evento ripristinato proprio da Salvini nel 2022 dopo tre anni di sospensione (fra Covid e svolta “nazionale” del partito) e resta sempre il profondo Nord il core business del Carroccio.
E rimane sempre lo stesso, con Alberto da Giussano, il simbolo della Lega, anche della della Lega nazionale e identitaria alla Vannacci, il discusso generale nominato vicesegretario per volontà del leader. E infatti è proprio per esibire prima, da Pontida, la prova di forza del Nord che Salvini ha chiesto e ottenuto un ulteriore slittamento del vertice di centrodestra sui candidati governatori che mette in discussione la storica leadership nelle Regioni del Nord, mentre chiede la conferma di tutte le presidenze, anche di quelle in cui – come in Veneto – la regola del divieto di terzo mandato impone il cambio di candidato.
Appuntamento quindi alle 10, domenica 21 settembre, sullo storico prato della cittadina in provincia di Bergamo, con Vannacci che viene definito «valore aggiunto», e uno scivolamento sempre più a destra del bacino di utenza in collegamento sempre più marcato sulle posizioni più estreme di Israele e del trumpismo e con alleati sempre più “estremi”: dopo Lepen e Orbán è la volta di Bolsonaro jr, mentre si registra un collegamento ancora più imbarazzante con l’estrema destra tedesca nostalgica.
Finisce l’era Zaia, ma nonostante la mutazione genetica Salvini marca ancora il territorio al Nord. «Sarà un appuntamento di riflessione e per le famiglie», dice a tranquillizzare tutti, e a stemperare le preoccupazioni dei leader più riluttanti alla svolta imposta dall’ingombrante generale (dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, che ha confessato di non aver mai letto i suoi libri né di averlo mai incontrato, allo stesso Zaia che ne rimarca le diversità valoriali rispetto all’impostazione originaria della Lega) minimizza sul cambiamento impersonato da Vannacci: è solo «una delle tante persone perbene che si stanno avvicinando e che stanno portando il loro contributo umano, professionale, valoriale», assicura Salvini. E non a caso fra i temi più rimarcati – non a sufficienza secondo Zaia – c’è quella autonomia differenziata che la Lega del Nord rivendica come una sua bandiera.
“Liberi e forti” è la scritta a caratteri cubitali, che ricalca in modo forse inconsapevole il celebre appello lanciato da don Luigi Sturzo nel 1919, che campeggerà sul palco di Pontida 2025. Ai temi consueti già fissati, dalla sicurezza al contrasto dell’immigrazione clandestina, si è aggiunto il ricordo del sacrificio di Charlie Kirk, l’esponente conservatore americano ucciso nello Utah il 10 settembre. Il post social di sabato in cui Salvini dava appuntamento a domenica è corredato da un video “motivazionale” di due minuti che si apre con l’immagine dell’omicidio di Charlie Kirk e la frase della vedova («Non avete idea di cosa avete appena scatenato»), e l'altro slogan di questa edizione di Pontida: “Senza paura”. A seguire, una carrellata storico-politica che parte dalla battaglia di Lepanto del 1571, torna indietro alla Lega lombarda che nel 1167 sconfisse Barbarossa, rispolvera le immagini della prima Pontida del 1990 con Bossi, Maroni e lo stesso Salvini, elenca alcuni «avversari» (tra cui «l’Europa che ci riempie di immigrati e follie green e vorrebbe imporci bombe e carri armati»), ripropone il momento dello sparo contro Trump, Berlusconi colpito al volto dalla miniatura del Duomo lanciata da un contestatore, Oriana Fallaci, ancora Salvini con la maglia “ruspe in azione”, si chiude di nuovo con un'immagine di Kirk.
Domani sono attesi ovviamente tutti i ministri e i governatori della Lega e tra gli ospiti internazionali ci saranno lo spagnolo Santiago Abascal, presidente di Vox e del partito europeo dei Patrioti; Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National francese e del gruppo dei Patrioti al Parlamento Europeo; Flávio Bolsonaro, componente del Senato federale del Brasile, figlio dell’ex presidente condannato a 27 anni di reclusione per tentata eversione. Chiuderà l'evento, naturalmente, Salvini. Alla vigilia, ieri, il consueto appuntamento della Lega Giovani con il responsabile federale Luca Toccalini, Valditara e Vannacci.
La macchina organizzativa prevede l’arrivo da tutta Italia di circa 200 autobus e sarà interessante vedere se si troveranno a loro agio quelli provenienti dal Sud e dalla Capitale, tipicamente nel mirino del Carroccio old style. Più di cento i giornalisti accreditati.
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