Divieto di cellulare alla prova dell'aula. E una petizione lo vuole ammorbidire

Entro domani tutti gli studenti italiani saranno tornati tra i banchi. Ma in tante scuoie superiori non sono riusciti ad organizzarsi in tempo. A Perugia anche i prof senza telefonino in classe
September 14, 2025
Divieto di cellulare alla prova dell'aula. E una petizione lo vuole ammorbidire
È ancora il divieto di cellulare a scuola, l’argomento più dibattito in questi primissimi giorni di lezione. Da martedì, tutti gli oltre 7 milioni di studenti saranno rientrati: la prima campanella dell’anno suonerà per gli alunni di Calabria e Puglia, gli ultimi a tornare tra i banchi. Ufficialmente, l’anno scolastico sarà inaugurato lunedì prossimo, 22 settembre, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, all’istituto professionale statale “G. Rossini” di Napoli.
Il ritiro e la custodia degli smartphone all’ingresso degli edifici scolastici sono stati, dunque, in cima ai pensieri dei dirigenti scolastici, in questi ultimi giorni di vigilia. E non in tutte le scuole sono riusciti o hanno avuto il tempo di organizzarsi, tanto che non sono pochi i casi in cui i ragazzi sono stati semplicemente invitati (più o meno caldamente) a tenere il cellulare, spento, nello zaino.
Anche se gli ultimi sondaggi attribuiscono quasi il 60% di consenso all’iniziativa del ministro Valditara, non mancano i contrari. Così, in rete è comparsa anche una petizione per correggere la circolare, nel senso di consentire l’utilizzo del telefonino almeno durante l’intervallo. In pochi giorni, l’appello ha raccolto decine di firme. «Questa legge risulta non solo inefficace, ma contribuisce ad aumentare l’ansia tra gli studenti», è il parere di chi ha promosso la petizione su Change.org. «In un’era in cui la tecnologia è parte integrante della nostra vita quotidiana, è importante insegnare agli studenti un uso consapevole e responsabile, piuttosto che impedirglielo», si legge ancora nel testo che insiste sulla salute mentale degli alunni privati dei telefoni nelle ore di lezioni. Proprio l’utilizzo corretto dei dispositivi, per chi ha sottoscritto la petizione, dovrebbe essere messo «al centro dell’educazione moderna».
Un aspetto, questo, che trova d’accordo anche un gruppo di docenti a Torino: oltre sette su dieci di un istituto superiore della città. Come scrive una studentessa su X, i professori nella sua scuola contrari al divieto degli smartphone in classe sono circa il 75%.
Da Nord a Sud, tra gli insegnanti, c’è poi anche chi ieri, dopo il suono della campanella, seppur in disaccordo con la normativa, ha scelto di leggere insieme alla propria classe la circolare con il provvedimento, per poi analizzare pro e contro di questa misura. In vari istituti di Perugia, inoltre, i presidi hanno fatto appello, in qualche caso direttamente con circolari dedicate, al senso di responsabilità di professori e personale. Come, per esempio, al liceo artistico Di Betto, dove una circolare riporta le disposizioni sull’uso dei dispositivi mobili per il personale scolastico partendo dal presupposto che «deve costituire un modello educativo positivo per gli studenti». Così, anche ai prof, viene chiesto, per le ore di lezione, di mantenere «i dispositivi mobili personali silenziati e riposti». L’uso viene consentito «per finalità didattiche o in caso di emergenze».
Una disposizione in linea con la circolare di Valditara. Che anche ieri è tornato a ribadire le motivazioni che hanno portato a varare questa misura. «Si tratta di ripristinare il senso della regola – ha ribadito il Ministro –: in una società ci sono diritti e doveri e bisogna porre dei limiti al nostro io, alla tendenza a non considerarci parte di una comunità. Tutti gli studi hanno mostrato che l’abuso del cellulare ha un impatto negativo su memoria, fantasia, capacità di concentrazione. Quindi, perché usare uno strumento dannoso e che determina un apprendimento peggiore? Cinque ore di disintossicazione penso facciano bene», ha concluso Valditara.

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