Instagram under 16: rivoluzione o illusione?

Fino ad oggi un ragazzo o una ragazza di 14 o 15 anni che usa Instagram ha un profilo uguale a quello di un adulto: i suoi contenuti sono potenzialmente visibili a tutti, non ci sono limiti di orario o un controllo di default dei genitori
September 19, 2024
Fino ad oggi un ragazzo o una ragazza di 14 o 15 anni che usa Instagram ha un profilo uguale a quello di un adulto: i suoi contenuti sono potenzialmente visibili a tutti, non ci sono limiti di orario o un controllo di default dei genitori. Ma nelle prossime settimane non sarà più così, almeno sulla carta. Meta, che controlla Instagram, ha introdotto alcune nuove regole che dovrebbero proprio normare l’attività degli under 16. Funzioneranno? Gli elementi da tenere in considerazione sono diversi, dalla possibilità di mentire sulla propria età ai sistemi introdotti da Meta per evitarlo, dalla responsabilità dei genitori all’educazione a scuola.Ne parliamo qui con Gigio Rancilio, il nostro esperto di social e tecnologia.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Altri episodi

Il dibattito all'Assemblea generale dell'Onu del 22 settembre portrebbe essere decisivo per il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. Una possibilità su cui, finora, l'Occidente è stato piuttosto freddo: solo 9 stati dell'Unione europea lo riconoscono, nessuno del G7.  Quali sono le motivazioni e i possibili vantaggi del riconoscimento?  Luca Geronico ne parla con Pasquale Ferrara, ambasciatore emerito e primo sottoscrittore della lettera aperta per chiedere al governo italiano di riconoscere la Palestina; Paola Caridi, storica e giornalista, autrice del libro Hamas - dalla resistenza al regime; Agostino Giovagnoli, professore emerito di Storia Contemporanea all'Università Cattolica di Milano.

Farsi carico a tutto tondo della sofferenza di una persona malata e della sua famiglia: è questo lo scopo delle cure palliative, rivolte solitamente a persone che hanno una malattia cronica, inguaribile e spesso evolutiva.

È la città dove Papa Leone XIV è conosciuto semplicemente come “Padre Robert”: si chiama Chiclayo e si trova nel nord-ovest del Perù, a pochi chilometri dalla costa. Lì Robert Prevost è stato vescovo dopo anni di missione in altre zone del Paese. Alcune immagini girate in questi giorni lo raccontano: Prevost a cavallo su una strada di terra battuta o con l’acqua alle ginocchia durante un'inondazione. Pezzi di vita dell’attuale Papa tra cui proviamo a tracciare dei legami.