venerdì 13 settembre 2019
In una lettera al Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Francesco spiega il motivo che lo ha indotto a consegnare nove frammenti ossei. È bene che Pietro stia accanto a suo fratello Andrea
Il momento in cui la delegazione del Patriarcato di Costantinopoli riceve il reliquiario, era il 29 giugno 2019

Il momento in cui la delegazione del Patriarcato di Costantinopoli riceve il reliquiario, era il 29 giugno 2019

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È bene che i fratelli stiano insieme. Si potrebbe descrivere così la volontà espressa dal Papa in una lettera al patriarca Bartolomeo I di donare alcuni frammenti delle reliquie di san Pietro alla Chiesa di Costantinopoli. «Nella pace che nasce dalla preghiera, ho sentito che avrebbe avuto un significato importante che alcuni frammenti delle reliquie dell’Apostolo Pietro fossero poste accanto alle reliquie dell’Apostolo Andrea». Le reliquie furono consegnate da Francesco il 29 giugno scorso, al termine della Messa nella solennità dei santi Pietro e Paolo, al capo della delegazione del patriarcato, l’arcivescovo Job di Telmessos.

Ora dunque il Pontefice spiega il significato di quel gesto. «Ho creduto – ricorda infatti il Papa – che questo pensiero mi sia venuto dallo Spirito Santo, che in così tanti modi sollecita i cristiani a ritrovare quella piena comunione» per la quale Gesù aveva pregato alla vigilia della Passione. Un gesto, prosegue papa Bergoglio, «che vuole essere una conferma del cammino che le nostre Chiese hanno compiuto per avvicinarsi tra di loro: un cammino a volte impegnativo e difficile, eppure accompagnato da evidenti segni della grazia di Dio».

«Continuare questo cammino - scrive ancora il Papa a Bartolomeo I - richiede soprattutto una conversione spirituale e una rinnovata fedeltà al Signore, che vuole da parte nostra un maggiore impegno e passi nuovi e coraggiosi». Tutti gli ostacoli sul cammino dell’unità, aggiunge quindi, non devono distoglierci «dal nostro dovere e dalla nostra responsabilità di cristiani», soprattutto come pastori della Chiesa, davanti a Dio e alla storia. Ecco perché la riunificazione delle reliquie dei due fratelli apostoli «potrà essere anche un richiamo costante e un incoraggiamento perché, in questo cammino che continua, le nostre divergenze non siano più un ostacolo alla nostra testimonianza comune e alla nostra missione evangelizzatrice al sevizio della famiglia umana, che oggi è tentata di costruire un futuro puramente mondano, un futuro senza Dio».

Il Pontefice spiega infine quali sono e da dove provengono le reliquie donate. Sono frammenti che, sottolinea il Pontefice, «vennero posti in un reliquiario di bronzo con l’iscrizione Ex ossibus quae in Archibasilicae Vaticanae hypogeo inventa Beati Petri apostoli esse putantur (ossa trovate nella terra sotto la Basilica Vaticana, ritenute le ossa di San Pietro Apostolo)». Sono per la precisione nove frammenti che san Paolo VI volle conservare nella cappella privata dell’appartamento papale nel Palazzo Apostolico. Essi vennero rinvenuti nella famosa nicchia funeraria, scoperta nel 1952, accostata a un muro rosso risalente all’anno 150 e coperta di numerosi, preziosi graffiti, compreso uno di importanza fondamentale che recita, in greco «Pietro è qui».

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Il grazie di Bartolomeo al Papa

Il dono delle reliquie di san Pietro che papa Francesco ha voluto regalare al successore di sant'Andrea, rappresenta "una nuova pietra miliare" e un "passo cruciale" nel cammino verso l'unità dei cristiani. Lo afferma il Patriarca ecumenico di Costantinopoli
Bartolomeo in un'intervista con Vatican News e L'Osservatore Romano, raccontando la sorpresa per il dono inatteso. Bartolomeo
indica come strada per l'evangelizzazione la via del servizio al mondo, e rispondendo a una domanda sul prossimo Sinodo dedicato all'Amazzonia spiega le ragioni spirituali e teologiche dell'impegno per l'ambiente minacciato di distruzione.


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