giovedì 5 ottobre 2017
Nell'udienza alle “United Bible Societies” l'invito di Francesco a essere «servitori della Parola» che è «riconciliazione anche fra i cristiani». Necessario usare «le forme di comunicazione sociale»
Papa Francesco con il Vangelo in mano (Ansa)

Papa Francesco con il Vangelo in mano (Ansa)

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C’è bisogno di essere «servitori della Parola» che è «riconciliazione», che è “uscita” da Dio e deve essere annunciata «in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura», che non contempla «compromessi». Papa Francesco incontra il Comitato per i rapporti con le Chiese delle “United Bible Societies” (Ubs) e sollecita «ogni sforzo per far conoscere il Vangelo, facilitando l’accesso alla Bibbia nelle lingue più diverse e, oggi, attraverso le molteplici forme di comunicazione sociale», afferma durante l’udienza di questa mattina giovedì 5 ottobre ai rappresentanti dell’organizzazione internazionale di stampo ecumenico che si è formata nel 1946 e che attualmente coordina l’opera della maggior parte delle Società bibliche del mondo. Sono 142 i soci che la compongono. E soltanto nel 2003 le società delle Ubs hanno distribuito più di 430 milioni di testi della Scrittura, fra Bibbie, Nuovo Testamento e sintesi. Dal 2001 le Società sono coinvolte anche in lavori di traduzione della Bibbia in 672 lingue diverse.


Dopo il saluto del cardinale John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja in Nigeria e membro del Consiglio globale delle Ubs, papa Francesco declina nel suo intervento il richiamo a essere «servitori della Parola» in sei prospettiva. Nel primo caso Bergoglio parla di «Parola di salvezza». E sottolinea: «Lasciarsi “ferire” dalla Parola è indispensabile per esprimere con la bocca ciò che dal cuore sovrabbonda». Poi ricorda la «Parola di vita eterna». «Crediamo – afferma il Papa– che non solo di pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce della bocca di Dio. Con l’aiuto dello Spirito Santo, dobbiamo nutrirci alla mensa della Parola tramite la lettura, l’ascolto, lo studio e la testimonianza di vita. Noi dedichiamo tempo a coloro che amiamo, e qui si tratta di amare Dio, che ci ha voluto parlare e ci offre parole di vita eterna». In terzo luogo ricorda la «Parola di riconciliazione anche tra i cristiani» ed evidenzia che «è giusto aspettarci un nuovo impulso alla vita spirituale dall’accresciuta venerazione per la Parola di Dio».


Successivamente Francesco spiega che la Parola «si è fatta carne» ed è «vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti» in «obbedienza al mandato missionario del Signore e con la certezza della sua presenza in mezzo a noi fino alla fine del mondo». Il quinto riferimento è alla «Parola di verità». «Siamo convinti – dice il Pontefice citando l’enciclica sull’ecumenismo Ut Unum Sint di Giovanni Paolo II del 1995 – che l’unità voluta da Dio può realizzarsi soltanto nella comune adesione all’integrità del contenuto della fede rivelata». Infine un rimando all’ecumenismo del sangue quando Francesco parla di «Parola di Dio potente» che «illumina, protegge e difende». «Per essa – aggiunge il Papa – molti dei nostri fratelli e sorelle sono in prigione e molti di più hanno versato il loro sangue come testimonianza della loro fede in Gesù Signore». A conclusione l’invito a camminare «insieme affinché la Parola si diffonda».

Del resto oggi le “United Bible Societies” sono impegnate in modo forte sul fronte ecumenico. Dalla Chiesa cattolica al Consiglio ecumenico delle Chiese, l’Ubs intende «servire tutte le Chiese». Significativo il contributo della Chiesa cattolica. Negli anni Settanta una donna cattolica, Maria Teresa Porcile Santiso, è stata impiegata a tempo pieno dalle Società come dirigente degli affari ecumenici nel centro regionale del Messico. Poi Alberto Ablondi (1924-2010), compianto vescovo di Livorno, è stato contemporaneamente membro del Comitato generale e del Comitato esecutivo europeo delle Società partecipando così alla formulazione e alla revisione delle linee guida generali. Il cardinale nigeriano Francis Arinze, oggi prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, è stato vicepresidente delle Società. E il cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012) è stato uno dei redattori della traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento a partire dal 1967 fino al 2002.

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