sabato 18 novembre 2023
Francesco, ricevendo pediatri e otorinolaringoiatri, ha rivolto un appello a conservare il Servizio sanitario aperto a tutti. No alla proposta della morte unica via. Ai medici: siate compassionevoli
"La medicina non sia a pagamento e disumanizzante"
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"Una medicina che rinuncia alla cura e si trincera dietro procedure disumanizzate e disumanizzanti non è più l’arte del curare". Lo ha detto il Papa nell'udienza ai pediatri e agli otorinolaringoiatri italiani, ricevuti nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Diversi i temi toccati dal Pontefice nel suo discorso. Ad esempio la necessità di difendere la medicina per tutti, sempre più insidiata da quella a pagamento. La situazione della sanità in Italia, ha notato, si trova ad attraversare, dopo gli anni della pandemia, "una nuova fase di criticità che sembra diventare strutturale. Si registra una costante carenza di personale, che porta a carichi di lavoro ingestibili e alla conseguente fuga dalle professioni sanitarie. La perdurante crisi economica incide sulla qualità della vita di pazienti e di medici". Da qui il suo appello affinché il sistema sanitario italiano sia conservato e non trasformarlo in "medicina pre-pagata" o "a pagamento".

La sanità pubblica italiana "è fondata sui principi di universalità, equità, e solidarietà, che però oggi rischiano di non essere applicati". "Per favore - è stato il suo appello a braccio -, conservate questo sistema, che è un sistema popolare nel senso di servizio al popolo, e non cadete nell'idea forse troppo efficientista - alcuni dicono 'moderna' -: soltanto la medicina pre-pagata o quella a pagamento e poi nient'altro. No. Questo sistema va curato, va fatto crescere, perché è un sistema di servizio al popolo".

Francesco ha quindi puntato il dito contro l'eutanasia. Ci sono "due fenomeni opposti e ugualmente pericolosi che si vanno diffondendo: da un lato, la ricerca della salute a tutti i costi, l'utopia dell'eliminazione della malattia, rimuovendo l'esperienza quotidiana della vulnerabilità e del limite; dall'altro, l'abbandono di chi è più debole e fragile, in alcuni casi con la proposta della morte come unica via- Ma una medicina che rinuncia alla cura e si trincera dietro procedure disumanizzate e disumanizzanti - ha ribadito - non è più l'arte del curare".

La persona malata va invece "accostata - ha precisato Francesco - con l'atteggiamento del buon samaritano, che non si volta dall'altra parte, ma si china sull'uomo ferito e lenisce la sua sofferenza, senza farsi domande, senza lasciarsi chiudere il cuore e la mente da pregiudizi, senza pensare al suo tornaconto. Questa parabola evangelica vi aiuterà a guardare sempre i volti dei pazienti, piccoli e grandi: a dare loro accoglienza e speranza, ad ascoltare le loro storie, a sostenerli quando il cammino si fa piu' arduo. La parola-chiave è compassione, che non è compatimento, no, compassione, è un con-patire. E' uno strumento diagnostico insostituibile!". Del resto, ha aggiunto, "Gesù è il medico per eccellenza". E quindi proseguendo braccio ha ricordato i tre "tratti di Dio che ci aiutano sempre ad andare avanti: la vicinanza, la compassione e la tenerezza. A me piace pensare che tutti noi curatori della salute - noi, curatori della salute spirituale, voi, della salute fisica e anche psichica e spirituale in parte - dobbiamo avere questi tre atteggiamenti: vicinanza, compassione e tenerezza. E questo aiuta tanto, questo costruisce la societa'. Vi auguro questo: che siate vicini, compassionevoli e teneri", ha concluso sempre a braccio.

Infine il Pontefice si soffermato sulla denatalità in Italia, che "purtroppo è un Paese che invecchia: speriamo che si possa invertire la tendenza, creando condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori". "Forse questo non dovrei dirlo - ha poi aggiunto a braccio il Pontefice -, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito e' molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non e' un buon segnale".

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